Codigoro. 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. L’Istituto Superiore Guido Monaco di Pomposa organizza un incontro dedicato alla memoria di Rossella Placati, cinquantenne di Bondeno vittima di femminicidio. Al tavolo dei relatori la sindaca di Codigoro Sabina Alice Zanardi, l’assessore alle pari opportunità Graziella Ferretti, il direttore di Estense.com Marco Zavagli e i due avvocati di parte civile nel processo Placati, Filippo Maggi e Riccardo Caniato. In sala circa 300 studenti.
Rossella Placati fu trovata morta, uccisa per mano del suo compagno, la mattina del 21 novembre 2021 nell’abitazione in cui risiedeva in località Borgo San Giovanni a Bondeno. “Il femminicidio è l’ultimo epilogo di un tragico evento che parte con una catena di soprusi e intimidazioni – interviene la sindaca di Codigoro Sabina Alice Zanardi -. Violenza non è solo un pugno o uno schiaffo, si nasconde dietro le piccole cose come la gelosia, scambiata per amore, o l’esigenza di controllo da parte di un uomo sulle azioni di una donna. Non è amore se vi toglie la libertà, vi fa sentire in colpa o se fa male. Questi momenti sono fondamentali, siate la generazione che dice basta ai soprusi e alla violenza, agli stereotipi e alla paura”.
“È un tema che riguarda tutti noi” sottolinea la sindaca. E ha ragione: in Italia in meno di undici mesi sono state cento le vittime di femminicidio e, ancora oggi, la violenza di genere è un fenomeno dilagante.
Si comincia con la proiezione di una toccante video-poesia di Massimo Manola dedicata a Giulia Cecchettin. Prima delle domande agli avvocati della parte civile Marco Zavagli, direttore di Estense.com, interviene per accendere i riflettori sulla violenza di genere nel giornalismo: “Un’indagine partita da Irpinia News ha rivelato 239 casi di molestie e discriminazioni da parte di studentesse di master in giornalismo nella scuola di Perugia”. Dall’indagine emerge infatti che una studentessa su tre aveva ricevuto molestie verbali o sessuali. Un formatore della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia alle sue alunne, durante la lezione, si rivolgeva così “Voi con queste gonnelline mi provocate”. Poi conclude: “L’inchiesta è finita all’attenzione della Federazione Nazionale della Stampa che ribadito quanto sia presente questo problema nella nostra professione. Da un’altra indagine, commissionata dalla Fnsi nel 2019, emerge che l’85% delle giornaliste italiane ha subito molestie sul luogo di lavoro”.
Filippo Maggi, l’avvocato che per primo incontrò il figlio di Rosella Placati, racconta agli studenti: “La sua storia comincia mesi prima rispetto alla notte cui si fa riferimento. La relazione sentimentale tra Rossella e l’uomo che l’ha uccisa inizialmente sembrava andare a gonfie vele, poi sono iniziate le prime violenze che sono culminate nel terribile gesto la sera del 21 novembre. A costo di essere crudo, ma penso che sia necessario, racconterò la scena del delitto. Rossella viene trovata distesa in una stanza della sua abitazione, il suo corpo martoriato, era stata colpita otto volte alla testa ma il primo colpo per lei era già stato fatale. Quando una settimana dopo mi sono recato nella casa i muri e il pavimento erano ancora imbrattati di sangue”.
Il movente, spiegano gli avvocati, è stata la decisione da parte della donna di chiudere la relazione. Come si legge nella sentenza della Corte D’assise di primo grado: “Non solo voleva ucciderla ma voleva eliminare colei che era diventata la fonte della sua disperazione, della sua demolizione interiore”, parole che aprono uno spazio di riflessione di carattere sociale e culturale.
“Quello che più mi ha sconvolto di questo processo, in una carriera di oltre trent’anni, è stato il fatto che il colpevole non abbia mai confessato il delitto. – afferma l’avvocato Riccardo Caniato – Si è professato innocente per tutto il processo e ancora oggi continua a farlo. Quando l’ho visto fuori dal tribunale mi sono trovato davanti una persona normalissima, un padre di famiglia, un individuo dal quale non ci si aspetta un gesto del genere. Questo ci dice che chi compie questi gesti non sempre è dedito alla criminalità, per questo è importante denunciare subito ai primi segnali di violenza. – e conclude – “Chi alza le mani su una donna non è un vero uomo”.
“Se avesse ammesso la sua colpevolezza, avendo una figlia, oltre a non essere uomo avrebbe dovuto ammettere di non essere neanche più padre”, aggiunge Marco Zavagli.
Proprio da ieri, in tutto il territorio comunale di Codigoro, sono in distribuzione, tra le attività commerciali, 10 mila sacchetti di carta, sui quali è stato stampato il numero nazionale anti-violenza e stalking 1522 ed un migliaio di volantini, per sensibilizzare la popolazione a contrastare con fermezza ogni forma di sopruso fisico, verbale, psicologico, perpetrato nei confronti delle donne.
L’assessora alle Pari Opportunità Graziella Ferretti ha chiuso l’incontro rilevando come “il cambiamento culturale, assolutamente necessario, può arrivare solo stando uniti, donne e uomini insieme, per debellare una piaga, che ha assunto proporzioni drammatiche. E’ aumentata la consapevolezza al fenomeno dei femminicidi – ha aggiunto l’assessora – da un anno a questa parte: il tragico caso di Giulia Cecchettin è stato lo spartiacque rispetto al passato, tant’è che in un solo anno il numero delle segnalazioni al numero anti violenza è aumentato del 57%. Sulla strada della prevenzione e del cambiamento culturale dobbiamo continuare a lavorare uniti.”
La sindaca Sabina Alice Zanardi e l’assessora Graziella Ferretti hanno poi incontrato le dipendenti comunali, per condividere un momento di riflessione, tra video e canti di pace. Un plauso è rivolto a Nicoletta Paradiso (voce e chitarra), Marina Lanzo (chitarra), Alessandra Avanzi (tastiere), a Giorgia Ruffato e alle dipendenti della Biblioteca comunale e dell’Urp, nonchè ai messi e agli operai comunali per aver condiviso l’organizzazione della giornata.
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