L’istituto Cattaneo rivela le ragioni della vittoria del centrosinistra in Emilia Romagna e ci svela un segreto. Lo straordinario successo delle Regionali sembrerebbe poggiare su due pilastri.
Il primo, essere stati capaci di costruire PER TEMPO
1) una COALIZIONE LARGA
e di averlo fatto, secondo pilastro,
2) intorno a CANDIDATURE ampiamente CONDIVISE.
Potremmo chiamarla la saggezza dei due pilastri: cosa aspettiamo a importarla anche a Ferrara?
E’ sotto agli occhi di tutti che il centrodestra si stia già da tempo preparando al dopo-Fabbri, il sindaco di Ferrara giunto al suo secondo e ultimo mandato.
La coalizione lo sta facendo in modo piuttosto organizzato stando alle ultime mosse elettorali, tanto che indiscrezioni darebbero per papabile a prossimo candidato sindaco di centrodestra proprio Balboni, il vicesindaco-consigliere regionale oggi alla prese con la scelta di che cosa farà da grande.
Allo stesso tempo bisogna non sottovalutare che i tempi di attesa per arrivare a nuove elezioni potrebbero subire una sforbiciata, nel caso Fabbri decidesse di correre alle Politiche, quindi tra 3 e non tra 5 anni, che non è la stessa cosa.
Tralasciando i rumors, a bocce ferme, la domanda resta comunque sempre la stessa. Cosa stiamo aspettando?
Perché il centrosinistra ferrarese, con il contribuito vitale della società civile, tenuto conto dell’ultima bruciante debacle elettorale alle comunali di giugno, non si attiva FIN DA SUBITO a
1) lavorare per creare una COALIZIONE AMPIA
2) individuare FIN DA SUBITO un/una CANDIDATO/A?
Così da iniziare a farlo/a conoscere (lo immaginiamo nuovo/a) ai ferraresi, farlo/a crescere, amalgamare al territorio e all’elettorato deluso e disilluso, partecipare a incontri e dibattiti, dialogare, per la costruzione di un’alternativa seria, credibile, trasparente e di rinnovamento, pensionando fin da subito chi da almeno 30 anni siede sulle poltrone del centrosinistra ferrarese.
Del resto come si può erodere l’astensione, ma tanto non cambia niente, senza rinnovamento? Ma come può esserci rinnovamento se le facce che girano sono sempre le stesse, quelle dell’apparato, che a sua volta si nutre e si fortifica con l’astensionismo di chi non ci crede più e con il voto fedele degli iscritti all’apparato? Un circolo vizioso.
In consiglio comunale i numeri schiaccianti in favore del centrodestra non lasciano grandi spazi di manovra all’opposizione.
Tanto vale andare anche oltre, lavorare ai fianchi e incanalare le energie da fuori per la costruzione di un’alternativa vera: credibile, nuova, partecipata.
Quella politica bella e pulita che ormai si vede solo al cinema, in grado di erodere astensione, disillusione e andare oltre le logiche degli apparati.
Cosa aspettiamo? La sveglia sta già suonando. Non la sentite?
Claudia Zamorani