Attualità
23 Novembre 2024
“Cenere”, questo lo pseudonimo che l’artista ha scelto, è anche il titolo della mostra allestita nell’anello della Cittadella S. Rocco di Ferrara

Disegni e metafore per raccontare la violenza sulle donne

di Redazione | 3 min

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Un percorso espositivo composto da una dozzina di suggestivi disegni, che raccontano l’abisso della violenza subita, ma anche la rinascita di una “sopravvissuta” come la stessa autrice si definisce. “Cenere”, questo lo pseudonimo che l’artista ha scelto, è anche il titolo della mostra allestita nell’anello della Cittadella S. Rocco di Ferrara, nel corridoio adiacente alla biblioteca rossa. 

L’inaugurazione è in programma per lunedì 25 novembre, alle ore 13.30. E’ prevista la presenza della Direttrice Generale delle Aziende Sanitarie ferraresi Monica Calamai, delle Assessore Comunali alle Politiche Sociosanitarie e delle Pari Opportunità, Cristina Coletti e Angela Travagli, e dei rappresentanti di UDI, Centro donne e Giustizia, SPI CGIL e CGIL Ferrara, che hanno collaborato alla sua realizzazione. L’esposizione sarà visitabile fino a dopo le festività natalizie. 

Con le sue opere l’artista afferma di voler trasmettere un messaggio importante: “denunciare è fondamentale, ma altrettanto cruciale è sensibilizzare sul ‘dopo’. È necessario parlare a chi sta accanto alle sopravvissute, aiutando anche le persone care a comprendere chi hanno vicino dopo un’esperienza così traumatica. Solo così possiamo costruire un supporto davvero significativo e consapevole”.

Per “Cenere” il disegno, realizzato su carta esclusivamente con penna nera e pastelli colorati, è stato un mezzo per fare capire le grandi difficoltà che stava cercando di superare, un modo per auto-aiutarsi e curarsi le ferite.

Le opere: metafore per raccontare la violenza

Dagli Squali, che rappresentano la persona che ha “attaccato” facendo violenza e inseguendo la sua vittima, alle Meduse che per l’artista incarnano l’immobilità, il tormento e la sofferenza della dissociazione. Dall’Acqua, simbolo della difficoltà di respirare che nei disegni diventa il riflesso dell’ansia, alla metafora dei Pezzi, in cui è ridotta una donna vittima di violenza, o delle Macchie che restano indelebili. 

Infine la Cenere, che resta dopo un incendio, quando le fiamme hanno consumato ogni cosa. “Far rinascere una foresta bruciata è una sfida difficile – afferma l’artista – ma con il tempo e le giuste cure, la natura può ritornare alla vita, perché, citando una poesia di Maria Letizia del Zompo, ‘La speranza è un dolore che non si arrende’”.

Gli altri percorsi espositivi presso le Case di Comunità e l’Ospedale di Cona

Porte aperte agli studenti alla Cittadella S. Rocco dal 25 novembre 

Percorso espositivo sul tema della violenza nei confronti delle donne realizzato con opere degli studenti di alcune scuole ferraresi. In particolare il percorso “Donna” è stato curato dall’ IIS Luigi Einaudi di Ferrara, mentre il percorso “E’ bello essere donna” è stato curato dalla classe 3B della scuola secondaria di primo grado Piero Angela di Baura (IC Don Milani Ferrara) e dalla scuola secondaria di primo grado Matteo Maria Boiardo IC Alda Costa.

Percorso espositivo presso la Casa di Comunità di Copparo, dal 25 novembre 

Il percorso prevede l’esposizione delle opere realizzata dagli studenti dell’Istituto Comprensivo di Copparo (primaria e secondaria di primo grado), sul tema della violenza sulle donne. 

Mostra fotografica “DEA” Area Accoglienza (Ingresso 1) dell’ospedale di Cona 

Prosegue la mostra inaugurata lo scorso 8 novembre ed esposta presso l’Area Accoglienza (Ingresso 1) dell’ospedale di Cona. La mostra allestita all’ospedale di Cona è costituita da 26 dei 38 ritratti effettuati dai due fotografi Stefano Pesaro e Federica Veronesi. Si tratta di immagini a colori di altrettante donne, stampati su alluminio lucido e corredati da cornici di diverso colore per conferire profondità e potenza espressiva ai personaggi esposti. Ha contribuito a realizzare la mostra il Soroptimist Club di Ferrara, presieduto da Marilena Martinucci.

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