Aldro. “Quando lo Stato tradisce diventa un nemico”
“Oggi siamo qui per ricordare una tragedia irreparabile, inconsolabile e non risarcibile”. È con queste parole che Luigi Manconi ha iniziato il proprio discorso
“Oggi siamo qui per ricordare una tragedia irreparabile, inconsolabile e non risarcibile”. È con queste parole che Luigi Manconi ha iniziato il proprio discorso
Arriva, come era nell'aria, l'interrogazione di Ilaria Cucchi ai ministri della Difesa (Guido Crosetto) e dell'Interno (Matteo Piantedosi) per la presenza di Nicola Lodi, lo scorso 5 giugno a Ferrara, sul palco delle autorità durante le celebrazioni del 211° anniversario della fondazione dell'Arma dei Carabinieri
La consigliera del Movimento 5 Stelle Marzia Marchi ha protocollato un question time nel quale chiede di conoscere i termini del rinnovo del contratto della gestione dei servizi educativi per la prima infanzia (fascia 0-6 anni) e quelli per l’integrazione scolastica
Dopo la proposta del disegno di legge "modifica al decreto legislativo in materia di responsabilità dei revisori legali e dei componenti del collegio sindacale ai giudizi pendenti" presentato da Nicola Calandrini di Fratelli d'Italia il senatore ha incontrato i rappresentanti di alcune associazioni nate a tutela dei risparmiatori
Il Comitato Ferrara per la Costituzione promuove e organizza, per lunedì 16 giugno alle ore 16.30, presso il Circolo Unione, l’incontro con il professore Gaetano Azzariti, ordinario di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
Maggioranza e opposizione finita la stagione elettorale lavorino assieme perché la sanità è fatta di vasi comunicanti, da Goro a Cento; quando una persona ha bisogno, presenta il codice fiscale non tessere di partito.
La gestione può essere di “destra” o di “sinistra”, con poche differenze. Pesa la capacità del “sistema sanitario nazionale universalista” di limitarne la trasformazione, per cui gli aspetti sanitari sono secondari rispetto ai finanziari.
La Regione Emilia-Romagna, in questi mesi ha spostato con urgenza soldi per ridurre liste d’attesa. Cosa buona e giusta, ma tattica. La strategia, da anni, è depotenziare, per ragioni politiche e di bilancio: togliere soldi a territori e ospedali di periferia in tutta la regione, per favorirne alcuni. L’ospedale Delta-Lagosanto, riferimento anche del capoluogo, privo di sostegno politico trasversale e che dista 40 chilometri dai concorrenti di Ravenna, Ferrara, Adria e Porto Viro (Veneto), è predestinato al requiem. Dopo la riduzione estiva di letti, chirurgia e urologia, è, ipotesi limitare chirurgia ortopedica. Il Delta ha un bacino di 70/90mila persone, più quello estivo; Ortopedia dal 1° dicembre ha 7 unità, compreso primario, mentre, a Cento sono 10 in un ospedale per 60mila persone.
Ausl, dopo aver eliminato chirurgia oncologica e dirottato su Cona robotica di urologia, potrebbe fare “tagli di produzione” partendo da ortopedia perché sono finiti i soldi per gli straordinari sabato, domenica e festivi.
Ridurre attività settimanali per recuperare ore e coprire guardie, prima straordinario, è una falsa soluzione perché il reparto -da anni- è sotto organico.
Se Ausl non garantisce risorse per “pronta disponibilità”, paventando chiusure, mette in difficoltà la Direzione e pone interrogativi. Spostare sul reparto la decisione di cessare attività, è giuridicamente discutibile, con un’ombra morale perché parrebbe che le attività si chiudano solo perché medici non più pagati. Eventualità estranea allo stile di reparto per il rispetto dato a collaboratori e pazienti, e perché i medici continueranno con consueta dedizione e tempo.
Ausl dovrebbe assumere atti, proporli e concordare la decisione con Conferenza Socio Sanitaria Territoriale e Sindaci, perché sono modifiche alla programmazione; altrimenti si nasconderebbe, dietro un risvolto contrattuale, l’errata valutazione delle risorse necessarie a garantire i servizi.
I problemi non si risolvono riducendo, ma entrando “nel merito e nelle competenze”. Le conseguenze sarebbero: nuove liste d’attesa, pazienti che vanno altrove; sanitari professionalmente mortificati; medici spinti ad altre sedi; aumento mobilità passiva e costi extra regionali. Limitando i budget si chiudono servizi, parte una guerra tra “poveri di sanità” e si aumenta il rassegnato distacco dalle istituzioni.
Riccardo Forni, giornalista
Comitato Diritti Violati Ferrara
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