Il Collettivo 25 Settembre del Liceo Ariosto di Ferrara ha sollevato una dura critica nei confronti della gestione di un’attività scolastica che coinvolgerà gli studenti in eventi celebrativi legati alla “Celeste Patrona dell’Arma dei Carabinieri” e all’“83° Anniversario della Battaglia di Culqualber”, come riportato nell’Avviso Numero 120 dell’11 novembre. L’iniziativa prevede che due classi quinte, una terza e i rappresentanti di tre classi prime interrompano le lezioni per partecipare alla “Santa Messa” presso la Cattedrale di San Giorgio, un atto che il collettivo definisce “inaccettabile” per diversi motivi.
La polemica sollevata dal Collettivo 25 Settembre solleva interrogativi sulla laicità delle scuole pubbliche, sul ruolo della memoria storica e sull’importanza di garantire a tutti gli studenti una partecipazione consapevole e non indotta a cerimonie di questo tipo.
Un evento religioso in una scuola pubblica e laica
Il primo punto sollevato dagli studenti riguarda la natura dell’evento, che appare fortemente connotato da un elemento confessionale. “Non è accettabile che una istituzione pubblica e laica promuova la partecipazione ad un evento prettamente religioso, interrompendo le lezioni per fare recare i suoi studenti ad una messa”, scrive il collettivo, sottolineando come tale scelta violi i principi di laicità che dovrebbero governare le scuole statali.
Una battaglia con una memoria controversa
Un altro aspetto critico riguarda la celebrazione della Battaglia di Culqualber, un episodio storico del 1941 che vedeva l’esercito italiano, tra cui i Carabinieri, impegnato contro le forze britanniche in Etiopia, durante il periodo coloniale fascista. “L’Avviso non specifica la natura di questa battaglia, che si inserisce nel contesto di crimini coloniali perpetrati dal regime fascista”, prosegue il collettivo. Una critica che rimarca come la memoria di un episodio così controverso, in cui i Carabinieri combatterono al fianco delle Camicie Nere, venga celebrata senza un’adeguata contestualizzazione storica.
La retorica della militarizzazione e del bellicismo
Il collettivo esprime inoltre preoccupazione per la retorica legata a quest’evento, che potrebbe essere vista come un tentativo di esaltare un corpo armato dello Stato in un momento in cui, secondo gli studenti, il governo promuove una retorica sempre più militarista e bellicista. La partecipazione a questo tipo di commemorazioni, in particolare per le classi prime, potrebbe essere interpretata come una forma di indottrinamento, che non tiene conto delle diverse sensibilità e opinioni degli studenti.
Un’iniziativa non condivisa
Un altro punto sollevato dal collettivo riguarda la modalità con cui l’attività è stata organizzata. Né gli studenti né i professori sono stati consultati in sede di consiglio di classe, e non è stato chiesto il parere agli studenti coinvolti. Inoltre, il modulo di adesione consegnato agli studenti non prevedeva una casella esplicita per la non adesione, rendendo di fatto difficile per chi fosse contrario partecipare in modo consapevole. “Avrebbe dovuto essere compito della scuola spiegare agli studenti la vera natura e la storia di questa ricorrenza e delle sue celebrazioni”, commentano gli studenti, che hanno deciso di fare luce su queste problematiche per conto proprio.
La scelta consapevole degli studenti
Nonostante il mancato coinvolgimento nella decisione e la mancanza di informazioni adeguate, il collettivo ha scelto di rendere consapevoli gli studenti riguardo la reale natura degli eventi in programma. Molti studenti, già informati e coscienti delle implicazioni storiche e politiche dell’evento, hanno deciso di non partecipare, facendo una scelta libera ma consapevole. “Sarà nella coscienza di ogni studente decidere se partecipare o meno, ma in molti hanno già maturato la scelta di non aderire a questa iniziativa”, conclude il collettivo.
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