Genocidio come cancellazione coloniale
Il Rapporto della Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967: è genocidio
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Battaglia di Culqualber: niente e nessuno da celebrare
L'antifascismo è un'affermazione produttiva, non una mera postura
Per Hannah Arendt l'equivalenza assoluta di ogni singola e unica vita è l'unica equivalenza che conta
Ogni innocente che viene ucciso dalla pianificazione della guerra è vittima di un crimine orrendo, inaccettabile, che non si può giustificare mai
Nell’anticipazione del suo libro in uscita questa settimana, papa Francesco scrive:
A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali.
Questa affermazione ha suscitato le ire dell’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, che dopo essersi lavato le mani (il sangue sul cellulare macchia la tastiera, fa brutto) gli ha risposto su X. Eppure, pochi giorni fa uno scrittore israeliano, B. Michael [Michael Brizon], sul giornale israeliano Haaretz, ha pubblicato un’opinione intitolata Maybe Israel Is Committing Genocide After All?. La traduco al volo, per dimostrare due cose: primo, che non è necessario essere uno Zagrebelsky, basta dare una lettura alla Convenzione Internazionale per la Prevenzione e Repressione del crimine di Genocidio del 1948 per darsi una risposta; secondo, che in Israele, nonostante tutto, c’è un’opinione pubblica critica che non si lascia imbavagliare, e non vuole essere confusa con quella parte di società incivile, cioè genocida, ben rappresentata dagli ultras fascisti dei Maccabi Fighters (sui quali invito a leggere l’articolo di Valerio Renzi Le violenze di Amsterdam attorno alla partita tra Ajax e Maccabi Tel Aviv non sono state un pogrom).
Dopo tutto, forse Israele sta commettendo un genocidio?
di B. Michael, Haaretz, 12 novembre 2024, qui.
La gente tende a credere che per commettere il genocidio, si deve uccidere un’intera nazione. Beh, no, non c’è bisogno di arrivare a tanto: puoi riuscirci in modo più facile.
Raphael Lemkin, che coniò il termine “genocidio”, lavorò instancabilmente per farlo riconoscere come crimine ai sensi del diritto internazionale e per ottenere uno status speciale. In gran parte grazie ai suoi sforzi, è stata redatta una Convenzione internazionale per combattere il genocidio e punire i suoi autori e i loro complici. Il trattato contiene anche un elenco di atti che uno Stato o un popolo devono commettere per essere considerati autori del genocidio.
L’articolo 2 della convenzione elenca cinque atti che costituiscono la definizione di genocidio. Per determinare se Israele sta commettendo o meno il genocidio, vale la pena esaminare tutti e cinque i criteri e vedere quanti di questi atti Israele sta commettendo nella Striscia di Gaza. Eccoli, parola per parola.
Articolo 2a: “Uccidere i membri del gruppo.” Nessun problema: soddisfiamo facilmente i criteri per questa sezione. Anche se la convenzione non specifica un numero richiesto di morti, 43.000 è sicuramente sufficiente. Si può mettere un segno di spunta su questo.
Articolo 2b: “Causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo.” Chi potrebbe mai negare che abbiamo soddisfatto con successo anche i requisiti di questa sezione? Abbiamo bombardato giorno e notte; centinaia di arti sono stati amputati; abbiamo distrutto la vita di decine di migliaia di bambini e dei loro genitori; li abbiamo fatti a pezzi con ferite corporali e mentali. Si può sicuramente mettere un segno di spunta.
Articolo 2c: “Infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita calcolate per provocare la sua distruzione fisica in tutto o in parte.” La fame e la sete, i ritardi nell’aiuto umanitario, le torture senza fine e le deportazioni da un luogo all’altro, la distruzione sistematica delle aree residenziali, dei luoghi di preghiera, delle scuole, migliaia di persone sepolte sotto le macerie, l’impiego di appaltatori per la demolizione della città di Rafah (elenco parziale): più che sufficiente per soddisfare i requisiti della sezione 3. Sono orgoglioso di spuntarlo.
Articolo 4: “Adozione di misure volte a prevenire nascite all’interno del gruppo.” La distruzione di quasi tutti gli ospedali di Gaza, comprese le sale per le nascite, i pronto soccorso, i reparti neonatali e maternità, impedendo la spedizione di attrezzature mediche, uccidendo personale medico… Ci sono dubbi che Israele vede con soddisfazione il crollo del tasso di natalità palestinese a Gaza? Metti un segno di spunta con onore.
Articolo 5: “Trasferire forzatamente i bambini del gruppo a un altro gruppo.” Infine, ecco qualcosa che Israele non ha fatto: peccato! Forse portare alcuni bambini fuori dall’inferno che abbiamo creato per loro avrebbe salvato le loro vite. Ma non ottiene un segno di spunta.
Dei cinque criteri per il genocidio, ne abbiamo eseguito quattro: è un ottimo punteggio. Soprattutto quando l’esecuzione di una delle cinque sezioni, non importa quale, è sufficiente per essere considerato un autore del reato. Bravo.
Attenzione: fingere l’innocenza non sarà ammissibile come difesa. Nessuno crederà che abbiamo fatto tutto questo in buona fede, o puramente per motivi di autodifesa. Non serviranno neanche a questo manifestazioni pubbliche di miseria e pianti. E soprattutto, non vale la pena di fare affidamento, come facciamo d’abitudine. sull’Olocausto come difesa: può provocare confronti.
Il trattato, tra l’altro, fa riferimento anche a coloro che incitano al genocidio e a coloro che cospirano per commetterlo, e afferma che saranno puniti: in altre parole, tutti i ministri e membri della coalizione. Per quanto mi riguarda, emettere mandati di arresto internazionali per tutti è sufficiente. La loro sospensione forzata dal vagare all’estero a spese pubbliche, a causa della possibile minaccia di arresto, sarebbe una punizione più amara della morte. Che bello!
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