Lettere al Direttore
16 Novembre 2024

Alcune considerazioni sulle mostre di Ferrara

di Redazione | 4 min

Caro Direttore le scrivo per condividere con lei e i suoi lettori un dubbio che ultimamente, per quanto mi riguarda, si ripresenta ogni volta che visito mostre curate dal Prof. Sgarbi a Ferrara e non solo.

Io amo l’arte da sempre e quando mi è possibile, vado per mostre…Roma, Milano, Torino, Urbino e, avvicinandomi a casa Bologna, Forlì, Faenza, Rovigo e ovviamente il Castello Estense, il Palazzo dei Diamanti e altri spazi espositivi di Ferrara.

La mia curiosità, e se vogliamo ormai anche fissazione, è nata nel 2020 andando a visitare una mostra nelle sale del Castellare del Palazzo Ducale di Urbino dedicata a “Baldassarre Castiglione e Raffaello – Volti e monumenti della vita di corte” curata da Vittorio Sgarbi e Elisabetta Soletti.

Premetto una cosa, l’anno precedente avevo visitato la bellissima mostra su “La Collezione Cavallini Sgarbi – da Niccolò Dell’Arca a Gaetano Previati” tenutasi nelle sale del Castello Estense; mostra di cui ho comprato il catalogo (anche quello molto curato).

Tornando alla mostra di Urbino…siamo nei primi decenni del cinquecento, l’intento della mostra è far entrare il visitatore a contatto con un epoca attraverso la vita dei suoi personaggi più importanti, attraverso i loro abiti, la musica, le cerimonie e gli oggetti (preziosi) che arredavano le loro prestigiose dimore.

Fra le opere esposte, vedo una serie di oggetti di arredo dell’epoca, tutti con l’indicazione delle proprietà meno alcuni preziosi cofanetti che riportano solo la dicitura “di proprietà privata”.

Appena li ho visti mi hanno ricondotto alla mostra del Castello Estense e avendo a disposizione il catalogo ho verificato trattarsi degli stessi della Collezione Cavallini Sgarbi… gli stessi che abbiamo visto recentemente anche al Palazzo dei Diamanti nella mostra Mirabilia Estensi (ma in questa occasione la loro provenienza era indicata).

Da questa “stranezza” è partita la mia curiosità; mi sono resa conto che, da quando il Professor Sgarbi cura le mostre che vengono allestite a Ferrara, all’interno di esse figurano sempre una o più opere della sua Collezione – tralascio l’elenco degli eventi, è sufficiente dare un’occhiata ai cataloghi delle Mostre dal 2020 in poi – e quando tali opere non fanno parte del percorso espositivo principale, viene allestita una mostra parallela come nel caso della mostra su ESCHER e la chiusura del percorso espositivo con la mostra Mirabilia Estensi.

Cosa analoga è successa con la mostra su Agostino Arrivabene del 2023.

E’ da un po’ che, da profana, mi domando se non ci sia un conflitto di interessi visto che (come confermato anche dal gallerista romano sentito da Report sul caso Giuli) ogni volta che un’opera appartenente ad un privato viene esposta in ambienti di grande prestigio quali sono i Musei, Gallerie d’Arte Nazionali, Palazzi Storici e Pubblici, Castelli e così via, il suo valore aumenta considerevolmente.

Io non so quali siano gli accordi fra le Pubbliche Amministrazioni e i curatori delle Mostre  quando ci si trova di fronte a situazioni di questo tipo – se ci siano accordi economici che in qualche maniera vadano a riequilibrare i costi per esporre le proprie opere e il prestigio che alle stesse ne deriva dall’entrare nel catalogo di una mostra importante.

Non avendo nessuna esperienza in merito, quindi, non entro nel campo di ciò che è o non è legale; ma in quanto a correttezza e opportunità qualche dubbio mi viene.

Questa lettera era nel cassetto da due settimane, prima volevo visitare la mostra “Il Cinquecento a Ferrara – Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso” perché, pur immaginando che potessero esserci opere della Collezione (pensavo ad alcune opere dell’Ortolano che ho già visto in Castello Estense), non né ero certa e speravo di smentire me stessa.

Le notizie sulle rassegne stampa di questi giorni mi hanno confermato che all’interno della mostra ci sono opere della Collezione ed una, in particolare, è stata ritirata perché oggetto di verifica sulla sua provenienza.

Questa notizia mi ha confuso non poco; ho sempre pensato che il Prof. Sgarbi, cosi ligio a sottolineare le proprie capacità, sapesse muoversi molto bene in un mondo tanto complicato come quello dell’arte.

Tutto questo mi sconcerta molto, anche il fatto che l’opposizione in Consiglio Comunale si renda conto solo ora, dopo da 4 anni, che nella nostra bella Ferrara (in passato meta, veramente, di moltissimi turisti appassionati d’arte) si faccia costantemente promozione alle opere di una, seppur mirabile, collezione privata.

Io spero che a Ferrara si potrà vedere anche altro – il mondo dell’Arte è ricchissimo.

Non vorrei che, per la grande quantità di opere d’arte di varie epoche appartenenti a questa famiglia, nel futuro di Ferrara ci sia solo la Collezione Cavallini Sgarbi anche se, ogni volta, messa a confronto con illustri figure della Storia dell’Arte del nostro paese. 

Cordialmente Coraini Anna

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