Politica
15 Novembre 2024
Tramarin (Avs): “Non consentire a nuove camicie nere di ferire Pontelagoscuro e la città tutta”

Ferrara tra il ricordo dell’eccidio del Castello e i neofascisti

di Redazione | 3 min

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All’alba del 15 novembre 1943, a Ferrara, vennero fucilati 11 antifascisti come azione di rappresaglia dei fascisti della neonata Repubblica di Salò per vendicare l’assassinio di Igino Ghisellini, Federale di Ferrara, per altro probabilmente ucciso per faide interne al partito.

E’ l’Eccidio del Castello Estense, raccontato dal regista ferrarese Florestano Vancini – che, allora studente, vide quei corpi riversi mentre si recava a scuola – nel film “La lunga notte del ’43” e da Giorgio Bassani nel suo “Cinque storie ferraresi”.

Per la mattina di oggi, venerdì 15 novembre 2024, sono previste le consuete commemorazioni ufficiali dal muretto del Castello da parte delle diverse autorità, Comune di centrodestra compreso. Sarebbe rassicurante poter pensare che vi sia consapevolezza diffusa di ciò che è stato quel periodo di terribile dittatura fascista prima e di occupazione nazifascista poi dell’Italia e delle nostre città. Rassicurante, ma ingenuo.

Per il giorno successivo alle Commemorazioni dell’eccidio del Castello i neofascisti di Forza Nuova – che proprio a Ferrara hanno appena aperto la prima sede (chiamata “Casa della Patria”!) in Emilia Romagna – avevano annunciato un presidio a Pontelagoscuro, non autorizzato a causa del giorno di silenzio elettorale e dunque rinviato. I loro motti sono “Ordine contro il caos” e “Riprendiamoci Ferrara”, con chiaro riferimento a Balbo, ai suoi agrari, al Ventennio.

Il nostro Paese non ha mai fatto i conti fino in fondo con la tragedia della dittatura fascista e i risultati sono evidenti oggi più che nel recente passato.

I provvedimenti razzisti, la xenofobia, il disprezzo per gli avversari politici e per i sindacati, il linguaggio violento, l’ostracismo verso chi dissente, la nostalgia per i “Tribunali speciali” e per scuole basate su “ordine e disciplina” e non sulla crescita critica di cittadine e cittadini sono elementi che caratterizzano oggi non solo i movimenti neofascisti, ma anche il governo nazionale di Giorgia Meloni così come il governo locale di Alan Fabbri.

Governi di chi ha giurato sulla Costituzione ma ancora insiste, in ogni occasione, per tentare di porre sullo stesso piano Fascismo, Nazismo e Comunismo. Come se in Italia quella Costituzione non fosse la sintesi, preziosa, delle culture comunista e socialista, liberale e cattolica.

Abbiamo ascoltato la reiterata violenza del capo del partito del sindaco Fabbri, il ministro Salvini, e della stessa Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a difesa dei Patrioti che in camicia nera hanno sfilato a Bologna, e le richieste al Centro Sinistra, veramente indecenti da parte di chi ancora mantiene nel simbolo la fiamma fascista, di prendere le distanze dai movimenti antifascisti.

Ci auguriamo che una serena lettura della nostra Costituzione, che vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”, porti a non consentire nelle prossime settimane a nuove camicie nere di ferire Pontelagoscuro e la città tutta. Ferrara e i suoi abitanti non lo meritano.

Sara Tramarin

capolista Avs – Coalizioni Civiche – Possibile

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