Attualità
15 Novembre 2024
I ricercatori hanno scoperto come rendere l’acqua “supercritica” - uno stato particolare della materia in cui non è più né liquida né gassosa - a temperature incredibilmente basse, con applicazioni sostenibili per il recupero dell’energia dispersa

Acqua “super-solvente”. Nuove prospettive per energia pulita da Unife

di Redazione | 2 min

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Modificare le condizioni dell’acqua per sfruttarne al massimo le proprietà: questo l’obiettivo raggiunto dal team di ricerca dell’Università di Ferrara, guidato dal professor Simone Meloni del Dipartimento di Scienze chimiche, farmaceutiche e agrarie. In collaborazione con centri di ricerca in Spagna, Stati Uniti, Cina e Polonia, i ricercatori hanno scoperto come rendere l’acqua “supercritica” — uno stato particolare della materia in cui non è più né liquida né gassosa — a temperature incredibilmente basse, con applicazioni sostenibili per il recupero dell’energia dispersa.

In condizioni normali, perché l’acqua raggiunga il cosiddetto stato “supercritico” — in cui diventa una sorta di super-solvente green, capace di sciogliere sostanze difficili come oli, grassi e persino alcune plastiche — occorrono temperature di circa 375 °C e una pressione paragonabile a quella che si avrebbe a 2000 metri sotto il mare. La scoperta del team di Unife, invece, permette di portare l’acqua a questo stato supercritico a soli 100 °C, grazie a materiali chiamati metal-organic frameworks (MOF) che la “intrappolano” in spazi nanoscopici, modificandone le proprietà.

“Questo risultato apre la strada a tecnologie innovative per l’energia pulita”, spiega Meloni. “Inoltre, raggiungere lo stato supercritico a basse temperature offre un modo economicamente conveniente, efficace ed ecologico per trattare le acque reflue — incluse quelle ospedaliere, che contengono sostanze molto difficili da eliminare — e per creare processi industriali sostenibili.”

Il progetto multidisciplinare, denominato Electro-Intrusion, che ha coinvolto chimici, fisici, tecnologi e ingegneri, è finanziato dall’Unione Europea ed è volto allo sviluppo di sistemi per recuperare l’energia dispersa dalle attività umane, promuovendo la leadership europea nelle tecnologie verdi.

La ricerca è stata pubblicata sulle riviste scientifiche Journal of the American Chemical SocietyNature Communication Small.

Con il gruppo di ricerca in chimica dei materiali e modellistica computazionale, l’Università di Ferrara è già impegnata nello sviluppo di nuovi progetti a livello nazionale ed europeo per esplorare le potenzialità di questa tecnologia. Questi sforzi mirano a sviluppare soluzioni che combinino progresso economico e sostenibilità ambientale, rispondendo alle sfide cruciali del nostro tempo per il futuro del pianeta.

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