di Cecilia Gallotta
All’ipotesi che venga insediata una centrale di biometano nella zona tra Vigarano e Ferrara, i residenti non ci stanno. Motivo per cui, dopo aver intrapreso diverse azioni collettive, martedì sera il vicesindaco e assessore all’Ambiente Alessandro Balboni ha deciso di incontrarli personalmente, durante un’assemblea fiume che ha sfiorato la mezzanotte, per aggiornarli sulla questione.
L’intento era quello di “rassicurare i cittadini sul fatto che abbiamo un’attenzione tecnica oltre che politica, perché queste sono battaglie che si combattono soprattutto a livello tecnico” afferma voltandosi verso il dirigente del Settore Ambiente, Alessio Stabellini, presente martedì sera e anche alla prima Conferenza dei Servizi tenutasi dopo la comunicazione shock da parte di Arpae.
È infatti in capo ad Arpae il procedimento in questione, che fino a prova contraria avrà l’ultima parola sull’autorizzazione, e nonostante l’amministrazione comunale non abbia il potere di opporsi e bloccare l’insediamento della centrale – cosa che i cittadini sanno bene – “quello che però ci è concesso tentare, noi lo portiamo avanti” prosegue Balboni, “soprattutto perché parliamo di un impianto che tratterebbe una quantità di biomasse pari a circa 73mila tonnellate l’anno, senza contare la vicinanza con le due scuole limitrofe”.
La normativa vigente, infatti, consente ai diversi enti di esprimersi in merito attraverso la richiesta di integrazioni che facciano chiarezza su determinate questioni tecniche e perplessità, “e soltanto quando tutti gli enti avranno ricevuto le dovute risposte – illustra il vicesindaco – allora si terrà un’altra conferenza dei servizi in cui ogni ente dovrà esprimere un parere tecnico”.
In particolare, le richieste di integrazione avanzate dall’amministrazione comunale ferrarese riguardano quattro aspetti: in primis la viabilità, perché “riteniamo che le vie a nord – in particolare via Pelosa e via Catena – non abbiano le caratteristiche per sopportare l’intensità di traffico che andrebbe a rifornire la centrale. Abbiamo poi richiesto una relazione di valutazione degli effetti cumulativi considerando l’attività degli impianti già presenti sul territorio” riferisce Balboni, ricordando che sul comune di Ferrara esistono già tre centrali, a Baura, Gaibanella e via Pascolone.
Gli altri due aspetti riguardano inoltre l’idoneità dell’area e la localizzazione del punto di emissione, “di cui abbiamo chiesto conto a Snam (Società Nazionale Metanodotti, ndr)”. Un dato molto positivo, secondo Balboni, che si complimenta con i cittadini per aver unito forze e competenze contribuendo a fornire materiale utile, che è stato unito alla richiesta di integrazioni npresentata fin qui. “Un esempio di quel principio di sussidiarietà che ci dovrebbe essere tra pubblica amministrazione e società civile”.
Alcuni cittadini però si aspettavano di più, e non perdono occasione per esternare un malcontento che nasce da una realtà dei fatti che gioca a loro sfavore: “Sentirci dire che avete le mani legate a livello decisionale non piace a nessuno” avanza una signora da pubblico, ma del resto “non esistono piani e normative a livello provinciale e regionale che prevedano una pianificazione – spiega Stabellini – e che ci dicano con anticipo quanti impianti devono essere distribuiti e collocati sui territori comunali. È vietato per legge diro ‘no’ da parte nostra, ma nonostante questo tentiamo tutto il possibile, per quello che ci è consentito”.
E se qualcun altro sperava “in notizie più decisive, proprio adesso che siamo sotto elezioni regionali”, Balboni replica peccando di diplomazia: “Ritengo che sarebbe stato decisamente fuori luogo e irrispettoso nei vostri confronti fare propaganda elettorale in un contesto come questo. Se volete conoscere le proposte elettorali me ne rallegro e sarò lieto di esporvele in una sede più opportuna. Mi auguro piuttosto che chiunque venga eletto alla guida della Regione metta mano alle normative per una pianificazione degli impianti di questo tipo”.
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