Economia e Lavoro
14 Novembre 2024
La prima fase consiste nell’intercettare le femmine prima della deposizione delle larve; poi la cattura dei maschi con esche. Rimane le possibilità di commercializzazione: C'è già l'interesse di un grosso imprenditore turco

Granchio blu. Dal commissario straordinario le strategie per salvare la costa

di Redazione | 2 min

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Si è svolta, presso la Commissione agricoltura della Camera dei deputati, l’audizione del Commissario straordinario nazionale Enrico Caterino sugli interventi urgenti connessi al fenomeno della diffusione e proliferazione del granchio blu, a cui ha partecipato, in quanto componente della commissione stessa, l’on. Mauro Malaguti di FdI.

Il commissario ha premesso che sta coadiuvandosi con un gruppo di lavoro dell’Ispra e con le università di Ferrara, Padova e Venezia per monitorare tutte le iniziative possibili nel delicato ambiente lagunare.

I primi interventi in fase di pre-fecondazione e post-fecondazione dell’animale alieno – riporta il parlamentare ferrarese -, sono previsti indicativamente in marzo 2025, periodo in cui le femmine si spostano in mare aperto”.

La prima fase consiste nell’intercettarle per catturarle prima della deposizione delle larve che possono arrivare anche a due milioni per femmina. La fase successiva comporta la cattura dei maschi con esche. A tal fine si stanno studiando, anche in relazione alle esperienze di altri paesi, attrezzature speciali per la cattura da adottare sulle barche dei pescatori che non impattino sull’ecosistema lagunare.

Contestualmente, non si abbandonano le possibilità di commercializzazione del prodotto, che “ha già destato l’interesse di un grosso imprenditore turco – fa sapere Malaguti – e più recentemente di una società dello Sri Lanka, specializzata proprio nella lavorazione del granchio, dettasi disponibile ad acquistare il pescato senza distinzione di pezzatura o sesso dell’animale”. In particolare, sono pregiate le ‘moeche’ (fase di muta del granchio) che hanno un prezzo di mercato particolarmente alto.

Altra strada percorribile resta la diversificazione sulle produzioni nelle zone dei mitili, e a questo proposito si sta pensando alle ostriche, “peraltro le nostre particolarmente gustose e quindi competitive con quelle francesi”.

A tal proposito, nell’ultimo incontro con il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida avvenuto a Ferrara presso la Camera di commercio, dalle cooperative di coltivazione dei mitili è stata avanzata la richiesta di abbassare l’iva delle ostriche dal 22% in quanto considerate bene di lusso, al 4%, proprio per poter essere competitivi sui mercati internazionale.

Il commissario ha poi ricordato che una prima trance dei ristori è già arrivata e una seconda arriverà a breve. “Appare però evidente – puntualizza Malaguti – che i contributi governativi non potranno essere la soluzione unica a un flagello che impone anche di adeguarsi ai cambiamenti in corso, trovando nuovi sistemi per limitarne i danni e sfruttarne le eventuali potenzialità, come accaduto per la vongola filippina, altro animale alloctono, che ha costituito una risorsa economica di primaria importanza per le nostre aree del litorale”.

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