Si avvia alle battute finali il processo per le presunte difformità strutturali dello stadio Paolo Mazza, riscontrate durante il cantiere per i lavori di ampliamento dell’impianto sportivo cittadino fino a 16mila posti, avviato a seguito della permanenza della Spal in Serie A nel campionato di calcio 2018-2019.

Al termine l’udienza di ieri (lunedì 11 novembre) mattina, infatti, il giudice Marco Peraro ha ritenuto non più necessario risentire l’ingegnere Carlo Pellegrino, consulente della Procura, come richiesto dalla pm Barbara Cavallo, revocando anche l’ammissione dei testimoni della difesa che ancora dovevano essere sentiti.

La decisione del giudice è stata accolta con parere favorevole dalle difese degli imputati. “Siamo ottimisti – dice l’avvocato Alberto Bova, legale difensore di Lorenzo Travagli, progettista e direttore lavori – dal momento che il giudice non ha ritenuto non necessario escutere i testi della difesa che avrebbero confutato la tesi del pm”.

(L’avvocato Alberto Bova)

Si torna in aula quindi il 25 novembre, quando inizierà la discussione con la requisitoria della pm Barbara Cavallo e l’arringa delle parti civili. Le difese parleranno invece il 2 dicembre

Ieri, in aula, sono stati anche sentiti i consulenti delle difese che, interpellati sulle modalità in cui è avvenuto l’ampliamento dello stadio, secondo gli avvocati delle persone finite a processo, hanno espresso “in modo chiaro la regolarità della progettazione e dell’esecuzione del manufatto“.

Oggi imputati, lo ricordiamo, con l’accusa – a vario titolo – di frode in pubbliche forniture, sono Giuseppe Tassi, ex amministratore unico della ditta Tassi Group, Lorenzo Travagli, progettista e direttore dei lavori, Domenico Di Puorto e Adelino Sebastianutti, amministratori di fatto della Gielle e di Piemme Group. A processo per falso commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico c’è, invece, il collaudatore Fabrizio Chiogna.