Fials torna ad accendere i riflettori sulle condizioni di lavoro negli Osco, strutture intermedie di degenza di nuova istituzione, a gestione infermieristica, che – per il sindacato – sono partite con il “piede sbagliato, ad iniziare dai medici di medicina generale che si alternano tra loro con rotazione periodica a base settimanale o plurisettimanale, presenti tre ore al giorno dal lunedì al venerdì con variazioni orarie in base ai propri impegni e a proseguire con il cronico gioco al ribasso delle presenze in turno di Oss e degli infermieri“.
“Prassi disdicevole. Una vera piaga – prosegue Mirella Boschetti, segretaria generale territoriale della Fials – che sempre più si estende in troppi servizi e reparti di degenza, che va arrestata. Il risparmio va bene, ma sicuramente va ricercato e perseguito in altri ambiti“.
Di conseguenza, Fials insiste sulla “necessità di mantenere due Oss nel turno pomeridiano degli Osco, dato che uno solo non è sufficiente perché non può garantire un’adeguata assistenza ai pazienti anziani, fragili e non autosufficienti e non rappresenta una condizione lavorativa tutelante la salute del lavoratore stesso, soprattutto con riferimento ai danni osteoarticolari degli arti superiori e del rachide lombare conseguenti al ripetersi delle manovre di mobilizzazione dei pazienti nelle varie fasi della giornata”.
“Grottesco – ad avviso di Fials – il tentativo di eclissare la carenza di personale, compensandola con corsi di formazione e con qualche rullo di scorrimento in più, senz’altro utilissimi, ma non da soli. La situazione in queste strutture di degenza, come in tante altre similari (Lpa, Medicine, Chirurgie, ecc.), è precaria. La maggior parte degli Oss è over 50, il rischio di stress da lavoro correlato è forte, aumentano le assenze per malattie “brevi” e le prescrizioni rilasciate dal medico competente”.
“Sempre più Oss presentano prescrizioni certificate dal medico competente” aggiunge – a questo proposito – la Fials che, su istanza dei professionisti, chiede “appropriati interventi atti a migliorare le condizioni di lavoro nell’Osco di Comacchio, che non possono prescindere dal ripristino della dotazione organica di base e dell’organico integrativo. Non è accettabile che vi sia un solo infermiere in turno al mattino, su cui ricade la responsabilità dell’assistenza di 20/21 pazienti, a fronte anche dell’incremento del carico di lavoro determinato in parte dall’aumento delle prescrizioni di esami di laboratorio, dalle richieste di consulenze e di indagini diagnostiche, che fanno propendere verso la mutazione della tipologia di pazienti che accedono all’Osco”.
“Per quanto riguarda gli Oss – conclude il sindacato -, patiscono l’assenza di una collega a casa da giugno per malattia e che si prevede non rientrerà più, mentre una seconda Oss si assenterà a breve per ricovero ospedaliero e non è dato sapere se rientrerà. Fials chiede, per le medesime ragioni sopra esposte, che pure per l’Osco di Copparo e di Cona sia garantita la presenza di 2 Oss al pomeriggio. Non è accettabile la strategia del ritardo nella sostituzione delle assenze a vario titolo, lunghe brevi definitive”.
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