È vero, mi scuso: Vittorio Sgarbi non è indagato per furto. I reati che gli vengono contestati sono solamente “contraffazione di opere d’arte, riciclaggio derivante dal tentativo di nascondere la provenienza delittuosa del bene, e autoriciclaggio” per la famosa vicenda del quadro del Manetti a cui si aggiunge l’ipotesi di reato per esportazione illecita (il Valentine de Boulogne sequestrato a Montecarlo). Come ho già scritto, i magistrati hanno fatto e stanno facendo il loro lavoro. Il tema è, in ogni caso, principalmente politico, legato a ciò che il Palazzo dei Diamanti è divenuto in questi cinque anni di Presidenza di Ferrara Arte di Vittorio Sgarbi. Le grandi mostre uniche che si potevano visitare solo a Ferrara sostituite, molto spesso, da esposizioni già presentate in altri luoghi; l’impoverimento di politiche culturali che l’Amministrazione Fabbri ha a lungo delegato a Sgarbi; la vicenda dell’acquisto da parte della Fondazione Cavallini – Sgarbi , e non di Ferrara Arte, dei disegni del pittore del Settecento Giuseppe Antonio Ghedini che erano stati donati alla Biblioteca Ariostea; il tentativo di porre in essere una Convenzione tra Comune e Fondazione Cavallini – Sgarbi molto più vantaggiosa per quest’ultima che per il Comune e che avrebbe trasformato il Castello Estense, bene di tutti, nella Sala esposizioni di una Fondazione privata.
Ribadisco, dunque, che Vittorio Sgarbi, a mio avviso, non ha dato e non sta dando alcun lustro a Ferrara e che sarebbe molto, molto opportuno che il Sindaco Alan Fabbri revocasse la nomina a Presidente di Ferrara Arte a Sgarbi. Per il bene della nostra città.
Barbara Diolaiti