“La vicenda non mi riguarda in alcun modo e si tratta di un clamoroso errore”. Vittorio Sgarbi, replica all’inchiesta congiunta di Fatto Quotidiano e Report, che ipotizza che due opere, provenienti dalla Collezione Cavallini-Sgarbi, esposte dal critico d’arte a Palazzo dei Diamanti di Ferrara e al Mart di Rovereto (istituzioni di cui Sgarbi è presidente) siano rubate.
“La scultura “Madre e figlio” di Raffaello Consortini, esposta al Mart di Rovereto nel 2023 è un’opera diversa da quella indicata da Il Fatto Quotidiano – sottolinea Sgarbi -. Io la comprai a Mercante in Fiera, 10-15 anni fa ma nel confronto si vedono le differenze: sono diverse le mani, la scollatura, la posizione della gamba del bambino”.
L’altro dipinto in causa è un “Compianto sul Cristo Morto” attribuito all’Ortolano ed esposto a Ferrara.
L’opera è stata sequestrata dai carabinieri del reparto operativo del Nucleo Tutela Patrimonio, tre giorni prima dell’inaugurazione della mostra sul Cinquecento a Palazzo dei Diamanti.
“Ho comprato quel dipinto nel 2022 da un privato, una signora, e l’ho mandato a restaurare, quindi l’ho portato alla mostra. Ho un atto di vendita e una fattura – precisa ancora il critico -. Non è detto che sia l’opera rubata perché di quel dipinto esistono diverse versioni. Tra l’altro l’opera che ho acquistato ha una sua cornice regolare, non è tagliata. Non si capisce di cosa parlano. È un’operazione a cui non so nemmeno come rispondere. I carabinieri non si sono mai preoccupati di dire che la scultura esposta avesse qualche problema. Casco dalle nuvole per essere accusato di qualche cosa di cui non so nulla, non sono implicato”.
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