Raffaella Veronica presenta “O’Mazz”
Sabato 14 dicembre alle ore 18.30, Raffaella Veronica esporrà al bar San Romano le sue opere tra curve estremizzate e volti in cui rispecchiarsi
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Venerdì 13 dicembre l’inaugurazione della mostra alla galleria 7mq in via Garibaldi degli artisti T.A. Carlotta e Lorenzo Romani
“Frameflow” è il nuovo progetto dell’Hotel Annunziata di Ferrara, un'esposizione virtuale attraverso la tecnologia del “digital signage”
Mercoledì 11 dicembre alle ore 17.30 alla sala Estense la conferenza che chiude il ciclo di Public Engagement sulla meteorologia ferrarese attraverso la multisensorialità
L'associazione di promozione sociale Spazio Aperto Ferrara presenterà venerdì 13 ottobre nei propri spazi di via Carlo Mayr 69 Ferrara “Femminile plurale quinta edizione”, collettiva con focus sull'artigianato d'eccellenza delle imprese
Venerdì 15 novembre alle ore 21 è previsto lo spettacolo “L’etica del viandante” di Umberto Galimberti al Teatro Nuovo di Ferrara.
L’unica etica possibile, scrive Umberto Galimberti, è quella del viandante. A differenza del viaggiatore, il viandante non ha meta. Il suo percorso nomade, tutt’altro che un’anarchica erranza, si fa carico dell’assenza di uno scopo. Il viandante spinge avanti i suoi passi, ma non più con l’intenzione di trovare qualcosa, la casa, la patria, l’amore, la verità, la salvezza. Cammina per non perdere le figure del paesaggio. E così scopre il vuoto della legge e il sonno della politica, ancora incuranti dell’unica condizione comune all’umanità: come l’Ulisse dantesco, tutti gli uomini sono uomini di frontiera.
L’Occidente ha due radici: il mondo greco e la tradizione giudaico-cristiana. Per quanto dischiudano orizzonti completamente diversi, entrambi descrivono un mondo dotato di ordine e stabilità. Ma noi viviamo nell’età della tecnica. È finito l’incanto del mondo tipico degli antichi. È finito anche il disincanto dei moderni, che ancora agivano secondo un orizzonte di senso e un fine. La tecnica non tende a uno scopo, non apre scenari di salvezza, non svela la verità: la tecnica funziona. L’etica, come forma dell’agire in vista di fini, celebra la sua impotenza. Il mondo è ora regolato dal fare come pura produzione di risultati.
Oggi l’uomo sa di non essere al centro. L’etica del viandante si oppone all’etica antropologica del dominio della Terra. Denuncia il nostro modello di civiltà e mette in evidenza che la sua diffusione in tutto il pianeta equivale alla fine della biosfera. L’umanesimo del dominio è un umanesimo senza futuro. Il viandante percorre invece la terra senza possederla, perché sa che la vita appartiene alla natura.
Così ci guida Galimberti: “L’etica del viandante avvia a questi pensieri. Sono pensieri ancora tutti da pensare, ma il paesaggio da essi dispiegato è già la nostra instabile, provvisoria e incompiuta dimora”. Nell’età della tecnica non comprendiamo più il mondo a partire da un senso ultimo. La storia non è più inscritta in un fine. L’unica etica possibile è quella che si fa carico della pura processualità: senza meta, come il percorso del viandante.
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