di Camilla Mondini
“Si fa sempre la conta delle morte ma mai delle sopravvissute. Sono stanca di dare solo numeri, è chiaro che vadano presentati, ma è importante soprattutto prendere in considerazione la complessità delle varie casistiche”. Con queste parole, per certi versi provocatorie, Paola Castagnotto, presidente dell’associazione Centro Donna e Giustizia Ferrara, ha presentato la mostra fotografica “Dalle mani delle donne”. Un’esposizione a cura di Anaizit Photo organizzata in occasione della giornata contro la violenza sulle donne.
Il tema è fin troppo di attualità. Basti pensare che tra l’1 gennaio e il 20 ottobre 2024 si sono registrati 89 femminicidi. 77 sono state uccise in ambito familiare o affettivo e, di queste, 48 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner. Nel primo semestre del 2023, a Ferrara, sono stati 213 i procedimenti aperti dalla Procura per i reati relativi al Codice Rosso. Fenomeno che purtroppo non è diminuito, senza contare poi tutti quei casi di violenza che non vengono denunciati a causa della paura da parte della vittima di ripercussioni personali.
Tiziana Anaizit Marongiu racconta commossa dei servizi fotografici fatti insieme alle donne vittime di violenza: “Sono forze della natura, dagli scatti emerge chiaramente la potenza e la voglia di riscatto”. “In questo viaggio immaginario le mani costituiscono la carta geografica che fa da sfondo a una narrazione tanto locale quanto universale, tanto intima quanto collettiva. In queste mani c’è dentro il mondo”, questo si legge sulla locandina di presentazione della mostra. Sul motivo della scelta di fotografare le mani interviene Paola Castagnotto: “Le mani sono simbolo dell’autonomia e dell’autorevolezza della donna. Dobbiamo smetterla con lo stereotipo della vittima che va tutelata, delle donne si parla poco quando sono potenti e autorevoli. Le vittime piacciono di più, le donne autorevoli fanno paura”.
Come spiega la Castagnotto, quando una donna è vittima di violenza deve subire anche lo stereotipo di essere considerata vittima per sempre, l’obiettivo dell’iniziativa sarebbe proprio quello di parlare anche della vita dopo essersi liberata dal giogo della violenza senza essere sempre gettate in pasto all’esposizione mediatica come vittime e basta. “Un po’ come Giulia Cecchettin – ricorda Paola Castagnotto – l’Italia sembrava essersi fermata e nessuno parla più di lei”.
Presenti al tavolo anche la consigliera di parità della Provincia Annalisa Felletti, i rappresentanti di Udi e i rappresentanti di Coop Alleanza 3.0 che ha lanciato l’iniziativa “Una spesa per dire basta”, attiva in 51 zone da Trieste a Lecce, in cui l’1% del ricavato della vendita dei pacchi di pasta (con sopra indicato il numero del centro antiviolenza, 1522) andrà alle associazioni.
La mostra si potrà visitare a Ferrara dal 15 al 30 novembre.
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