Attualità
7 Novembre 2024
È quanto emerge da un incontro che i residenti hanno avuto con l'assessore Lodi. Si incontreranno nuovamente la prossima settimana dopo le verifiche di quest'ultimo

Biometano a Gaibanella. La speranza viene dalla borgata

di Pietro Perelli | 2 min

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Gaibanella. La distanza dalla borgata Stazione potrebbe “salvare” i residenti dalla nuova centrale, una ventina di case e circa 50 persone ad abitarci possono fare la differenza sulla costruzione dell’impianto a biometano in via Palmirano a Gaibanella. La casa più vicina si troverebbe infatti a meno di cento metri e trattandosi di una borgata e non di una casa singola potrebbe stoppare il progetto visto che la permessistica indicherebbe una distanza minima necessaria maggiore.

A raccontarlo sono gli stessi residenti che martedì sera hanno avuto l’opportunità di incontrare l’assessore Nicola Lodi e i tecnici del comune, oltre al proprietario dei terreni dove sorgerà, per discuterne. “Noi non sapevamo ci fossero anche gli ingegneri” ci racconta Danila Ori che funge da portavoce del gruppo che si schiera strenuamente contro il progetto.

L’incontro non era infatti dedicato alla sola centrale ma alla frazione di Gaibanella nel suo complesso. Lodi però, probabilmente sapendo del tema scottante, ha portato con sé anche tecnici e ingegneri per essere maggiormente pronto. L’assessore, che i cittadini dovranno incontrare nuovamente la prossima settimana, li ha rassicurati dicendo “che verificherà” rispetto al rispetto della distanza.

“Noi – ci dice Danila Ori – disposti anche ad arrivare al Tar ma non sarebbe giusto che i cittadini arrivino a pagare per difendersi”. Non solo, se non dovesse bastare potrebbero pensare anche a misure più forti come occupare i terreni, vogliono “che venga fatta ad almeno due chilometri”. Non si tratta solo dei disagi per l’aumento dell’inquinamento a causa dello spostamento di numerosi mezzi pensanti o dell’impatto odorifero dello spandimento del digestato, ma anche di una questione di sicurezza. Sono preoccupati che la centrale possa esplodere, non sono moltissimi i casi ma tra questi anche quello di Oxforshire in Inghilterra dove fortunatamente la centrale era posta a distanza da case e piccoli centri abitati.

Ultima beffa ma digerita la proposta di compensare gli effetti inquinanti con la piantumazione di alberi per un importo di 100mila euro. Una cosa che Ori definisce “ridicola” facendo notare che “piantano dei fuscelli e poi servono 15 anni per far venire un albero”. Una misura che potrebbe anche esser utile nel tempo ma che non allevierebbe nell’immediato l’atmosfera dell’aumento degli inquinanti che si verrebbe a creare.

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