“Quattrocentottanta persone da cacciare via non sono una formalità”. Inizia con queste parole Loris Scarpa della segreteria nazionale della Fiom-Cgil davanti al ministero delle imprese e del made in Italy. Accanto a lui Valerio Dalò della segreteria della Fim-Cisl che, riprendendo un concetto già espresso da Scarpa dice: “Uno dei punti importanti è capire cosa facciamo domani, se questa azienda ha bisogno di un altro partner, di acquirenti, qualsiasi cosa che il ministero può mettere in campo per farla camminare bene”.
Non solo i licenziamenti ma anche di futuro e programmazione vogliono discutere e vorrebbero che proprio questo diventasse l’oggetto del prossimo incontro del 14 novembre a cui si arriverà dopo una settimana di discussioni. “A partire dalle prossime ore – fanno sapere Vera Buonomo, segretaria confederale Uil, Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm, Massimo Zanirato, segretario Uil Ferrara, e Alberto Finessi, segretario Uilm Ferrara in una nota congiunta – si avvieranno i confronti tecnici fra azienda e sindacato per verificare la possibilità di poter raggiungere, in tempi brevi, una possibile ipotesi di accordo il ministro Urso ha aggiornato il tavolo per il 14 novembre”.
“Importante – dice Scarpa davanti ai due pullman di lavoratori arrivati da Copparo – che il ministro ci abbia convocato e abbia fatto sua la nostra richiesta di fare un punto zero della discussione”. Il punto zero è che “l’azienda non vada avanti con la procedura dei licenziamenti”. Da qui vogliono partire per una “contrattazione pulita, senza pistole puntate alla testa” che porti a discutere “non più solo di tagli ma anche di investimenti e di alternative industriali”.
“È necessario quindi – sottolineano anche i vertici di Uil – che l’azienda dimostri di non voler effettuare un ennesimo ridimensionamento ma di voler rilanciare Berco con investimenti ed innovazione della produzione”. “Come accaduto nella crisi del 2013 – aggiungono – il confronto sarà difficile e per questo motivo è importante che tutte le istituzioni, nazionali e territoriali, contribuiscano e supportino questa fase al fianco dei 1.400 lavoratori di Copparo e Castelfranco Veneto”.
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