Eventi e cultura
5 Novembre 2024
Il Festival di Danza Contemporanea del Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara continua con l'inno alla responsabilità "UniVerse: A Dark Crystal Odyssey"

A Ferrara la danza ecologista di Wayne McGregor

di Redazione | 2 min

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di Federica Pezzoli

“Un altro mondo. Un’altra epoca. Al tempo dei prodigi. Mille anni fa questa terra era verde e buona finché il cristallo si ruppe e un pezzo venne perduto: un frammento del cristallo. E, in seguito, cominciarono le lotte…”

È l’incipit del film cult anni Ottanta “The Dark Crystal”, diretto da Jim Henson e Frank Oz, da cui è partito Wayne McGregor per il suo ultimo lavoro “UniVerse: A Dark Crystal Odyssey”, sul palco del Teatro Comunale di Ferrara lo scorso 2 novembre nell’ambito del Festival di Danza Contemporanea 2024. Una suggestione da cui Mcgregor e il suo team di creativi – Joel Cadbury per musica e ambientazione sonora, film design e lighting design rispettivamente di Ravi Deepres e Lucy Carter, costumi e copricapi Philip Delamore e Alex Box – sono partiti per reinventare, tra denuncia e speranza, una favola epica per una Terra lacerata.

“Quale è la nostra risorsa più importante, il nostro “Cristallo”? Quale è l’Oscurità che ci minaccia? Dove sono i nostri eroi? Come possiamo trovare la nostra salvezza?” Queste sono alcune domande, elencate anche nelle note di regia della drammaturga Huzma Hameed, cui lo spettacolo cerca di dare risposta, intrecciando il linguaggio dei corpi in movimento dei performer, inevitabilmente mai uguali a sé stessi, con la riproducibilità dei mezzi e dei linguaggi tecnologici. Come spesso accade nei lavori di McGregor, che affonda le radici nella danza, ma abbraccia una molteplicità di ambiti: non solo la tecnologia, ma anche le arti visive e il cinema. E’ come se sul palco si tentasse di ricreare quell’equilibrio tra naturale, umano e tecnologico che nel vortice del nostro mondo contemporaneo si è perso.

Questo moderno mito ecologico che, tra ambienti digitali immersivi e costumi innovativi, si chiede come possiamo convivere e salvarci è eseguito con maestria dagli straordinari danzatori della Company Wayne McGregor: Rebecca Bassett-Graham, Kevin Beyer, Chia-Yu Hsu, Hannah Joseph, Jasiah Marshall, Jayla O’Connell, Salomé Pressac, Salvatore De Simone, Mariano Zamora Gonzaléz.

“Noi siamo uni-verso, viviamo in un unico mondo, in un’unica narrazione, tra tecnologie, scambi di flussi migratori, religioni diverse”, ha affermato McGregor in un’intervista di Valeria Crippa su “La Lettura”. Perciò la soluzione secondo il coreografo è un “mondo da vedere in termini olistici”, dobbiamo “pensare nuovi modi per vivere nuovi mondi”. Ecco perché le parole del poeta Isaiah Hull fanno appello alla responsabilità di ciascuno di noi, a ciò che ognuno può fare per non far pagare il prezzo dei nostri errori alle nuove generazioni, ma soprattutto ci chiedono di ricercare e di tornare alla nostra “living essence”.

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