Copparo. Il collegio docenti dell’Istituto comprensivo di Copparo, il consiglio di istituto e il personale Ata comunicano, dopo una seduta plenaria convocata in via straordinaria il 29 ottobre, la propria solidarietà alla mobilitazione dei dipendenti di Berco.
“L’istituto Comprensivo di Copparo qui riunito – scrivono nel documento firmato dal dirigente scolastico Domenico Marcello Urbinati in rappresentanza della Comunità Educante – nelle componenti che lo rappresentano, docenti, genitori e personale ausiliario, in seduta plenaria il 29 ottobre 2024, vuole esprimere piena solidarietà ai lavoratori dell’azienda Berco coinvolti nella vertenza in atto, contribuendo a informare, ed educare i giovani all’importanza del lavoro come bene supremo e obiettivo per la propria realizzazione personale, tramite approfondimenti del curricolo di educazione civica, auspicandone la positiva risoluzione”.
“La Berco – spiegano – rappresenta per Copparo non solo un posto di lavoro, ma un luogo di vita, di crescita, di comunità. La missione educativa dei giovani in capo alla scuola non può prescindere dalla connessione con ciò che ci circonda e con il mondo del lavoro. Quando si parla di scuola infatti ci si riferisce con il termine Comunità Educante, cui contribuiscono tutti, professionisti, genitori, Amministrazione, cittadinanza”.
“Nella scuola – proseguono – in ogni classe sono presenti alunni che hanno una connessione con la Berco, per il tramite dei genitori, parenti o conoscenti. I docenti, ben consapevoli di questo, stanno già affrontando in classe argomenti di cittadinanza attiva, focalizzandosi sull’importanza del lavoro come diritto fondamentale della nostra società espresso nella Costituzione, e per aiutare i più giovani a comprendere e metabolizzare le ansie che assorbono in questo periodo”.
“La Scuola, le aule, così come la fabbrica, gli uffici, – concludono – sono contenitori, che prendono significato solo grazie alle aspirazioni, alle relazioni umane, all’impegno e ai sogni di chi li abita quotidianamente. L’auspicio più grande è proprio questo, che questi luoghi siano sempre vivi e abitati”.
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