Dal 1 al 3 novembre 2024 Factory Grisù ospita il Sub Culture Festival, un’esplorazione dell’universo delle culture giovanili della seconda metà del Novecento. È dalla fine degli anni ’50 in poi che “i giovani” acquistano una propria specificità connotando e differenziandosi tra di loro facendosi portatori di visioni esistenziali, nuove mode e stili.
L’espressione subculture, o sottoculture, giovanili, designa quei movimenti insieme sociali e musicali come i mod, i rocker, gli skinhead, i punk, che hanno segnato la storia della popular music del mondo occidentale nel suo complesso.
Tra le presenze al Festival: Oderso Rubini, fondatore, tra le altre cose, dell’Italian Records, etichetta musicale che ha pubblicato molti dei più importanti gruppi della scena alternativa italiana; Fabrizio Barile, fotografo e testimone della scena punk e skin europea e voce autorevole della genuina anima contestatrice di quegli anni, ospite assieme a Marco Biancardi; il fotografo Stefano Guindani, che, assieme a Luca Buonaguidi, presenterà in anteprima il progetto Freedom, un affresco della scena underground italiana dagli anni ’60 ad oggi.
Il Festival è organizzato dal collettivo Beat Boat con la collaborazione di Factory Grisù e di Hangar Birrerie. “Di fronte all’indebolimento delle identità di classe, le subculture rappresentano nuove forme di identificazione collettiva, che esprimono quella resistenza simbolica nei confronti della cultura dominante e sviluppano “soluzioni immaginarie” ai problemi strutturali.” Dicono gli organizzatori, “Il Festival propone un viaggio/studio, socio/antropologico pensato e guidato dall’esperienza accumulata, in quasi 50 anni, dai promotori e da ospiti di spicco della scena underground nazionale”.
Non poteva mancare la musica, infatti: i tre giorni vedranno i concerti di The Bang!, band ferrarese che miscela beat, garage, soul e sixties, e di Beat Boat Combo, band nata dagli Strike e naturale conseguenza del progetto Beat Boat. Ma anche un nutrito gruppo di Dj’s on tour: Marco Fiorini, Renato Traffano, Giorgio Giovannini, Andrea Benedetti, Silvia Saraceni, Stefano Panzera e Giampolo Martelli.
Evento speciale è l’allestimento site specific della mostra “Moro’s not dead”, possibile grazie all’archivio e alla conoscenza di Fabrizio Barile. “Abbiamo cercato di portare uno sguardo altro, o meglio, un’inedita prospettiva utile a scardinare la vulgata dei “mitici” anni ’80. Un periodo che, forse, dovrebbe essere riletto come un illusorio e feroce arco temporale pre-globalizzatore”.
I pomeriggi del 2 e del 3 novembre sono dedicati ai film, utili a calarsi nell’atmosfera: “Northern Soul” di Elaine Constantine, che racconta la nascita di uno stile musicale ma anche di danza che, partendo dall’Inghilterra, dagli anni ’60 in poi, ha invaso il mondo. Il 3 novembre “24 Hour Party People”, di Michael Winterbottom (2002) racconta la Manchester degli anni ’70 e ’80, la scena musicale e i prodromi della rave culture.
Il 2 novembre, inoltre, alle 11.00 di mattina il Festival diventa il palcoscenico per il Palestine Cinema Days Around the World ‘24, iniziativa promossa da Aflamuna, un’organizzazione di artisti e filmmaker impegnati contro la disumanizzazione dei civili vittime della guerra e realizzata in collaborazione con Emergency Ferrara.
Completano la proposta: le azioni performative di Two Tone, impegnati ogni giorno con le sessioni di live painting del Collettivo 0532; la selezione musicale dei Dj’s around Festival, la realizzazione live del film / corto documentario sul festival a cura di Pulled Pork Prodaction; il Vintage market, con la mostra mercato dedicata di vinili, abiti e libri; il Barber Saloon di Barbieri a mano libera la domenica mattina.
“Un palinsesto ricco e necessario. È importante riallacciare i fili verso tutte quelle forme in cui si è espressa la “materia prima dell’esistenza sociale”, con l’intento di liberare quell’aura, luminosa e creativa, che avvolge l’adolescenza.” concludono gli organizzatori, “la scommessa è quella di creare uno spazio di confronto condiviso che possa coinvolgere, attraverso l’esperienza artistica, culture, correnti e generazioni diverse. 30 anni in 3 giorni!”.
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