Due miliardi di euro di investimenti per cambiare Versalis e un taglio in termini di emissioni di circa 1 milione di tonnellate di CO2, circa il 40% di quelle emesse in Italia. Potrebbero sembrare buone notizie quelle che arrivano da Eni, proprietaria dell’azienda, ma, stando a quello che ci anticipa Luca Fiorni della segreteria provinciale della Filctem Cgil “di buono e bello per Ferrara in questo piano non c’è nulla”.
Di ritorno da Roma dove ha incontrato proprio i vertici di Eni e Versalis c’è invece la segretaria della Filctem Ida Salvago che, nonostante le rassicurazione ricevute pare preoccupata. “Ci hanno presentato un piano – racconta – che non è un piano ma la presentazione di quello che vorrebbero fare”. Salvago lamenta quindi piani vaghi e di indirizzo senza entrare nello specifico ma dai quali viene evidenziata una riduzione del comparto della chimica di base.
Sebbene preveda, scrive Eni nel comunicato, “nuovi impianti industriali coerenti con la transizione energetica e la decarbonizzazione dei siti industriali, nell’ambito della chimica sostenibile ma anche della bioraffinazione e dell’accumulo di energia”. Peccato che “per consentire di realizzare i nuovi impianti, cesseranno le attività degli impianti cracking a Brindisi e Priolo, e del polietilene a Ragusa”.
Tra questi non c’è Ferrara ma è proprio da Priolo e Brindisi che arrivano rifornimenti per lo stabilimento di Versalis al Petrolchimico e non solo, arrivano anche quelli di Basell. Nel primo caso a colpire nel breve periodo dovrebbe essere la difficoltà che si verrà a creare per l’approvvigionamento di etilene mentre nel secondo i monomeri per la produzione di polipropilene.
“Come al solito – racconta Salvago – Eni dice che non licenzia però sta riducendo le attività. Una linea su quattro all’impianto ferrarese di Versalis è ferma, le attività sono ridotte e saranno ancora più ridotte”. I lavoratori “non saranno licenziati” ma “ci sarà un piano per accompagnarli in pensione” e questo avrà “conseguenze su tutto il territorio che sta attraversando una situazione non facile con Berco e Rexnord”.
Eni stessa scrive poi che “punta a ridurre drasticamente l’esposizione di Versalis alla chimica di base, settore che versa in una crisi strutturale e ormai irreversibile a livello europeo, e che ha comportato perdite economiche che, in termini di cassa, hanno sfiorato i 7 miliardi di euro negli ultimi 15 anni, di cui 3 nell’ultimo quinquennio”. Hanno comunque “rassicurato – fa sapere la segretaria Filctem di Ferrara facendo – che manterranno gli impianti di polietilene, cercando di andare verso delle produzioni più sostenibili”. Fatica però “a crederci perché comunque loro la riduzione della chimica di base c’è ed è strutturale”.
“C’è una profonda crisi nella chimica di base, strutturale e irreversibile” ripete Salvago facendo notare che lo ha visto scritto in ogni slide, “ogni volta che iniziava un capitolo nuovo”. Difficoltà dovute al costo dell’energia aumentano notevolmente e alla concorrenza più economica che arriva da altri paesi. Per contrastarla e mantenere aperte alcune linee di chimica di base, vorrebbero “aprire al mercato libero” l’approvvigionamento della materia prima. Ciò però significa “non avere lo stesso standard qualitativo e quindi non produrre lo stesso prodotto”.
Oggi Filctem incontra i lavoratori delle aziende chimiche del Polo.
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