di Francesco Manca*
Tra Argenta e Campotto al posto dei terreni oggi c’è un enorme lago che ricopre oltre mille ettari di terreni agricoli, dove in certi punti l’acqua raggiunge i tre metri; un disastro!
Un’azienda nostra associata ha la corte aziendale completamente allagata e l’acqua è penetrata all’interno dell’abitazione e dei magazzini, un’altra ha visto scomparire una cinquantina di arnie portate via dall’impetuosità dell’acqua. Fino a ieri l’Idice ha scaricato nei campi una montagna d’acqua, anche perché è letteralmente uscito dal suo alveo cambiando percorso. I campi non sono in alcun modo raggiungibili se non con l’ausilio di barche, terreni che non potranno essere oggetto di semine autunnali, perché chissà quanto tempo occorrerà per far defluire tutta l’acqua che li sommerge.
Ma sono fortemente a rischio anche quelle primaverili, e c’è chi pensa addirittura di abbandonare le coltivazioni dopo aver subito un allagamento dietro l’altro negli ultimi 18 mesi. La rottura dell’Idice all’altezza della chiavica Cardinala, già salita alla ribalta delle cronache in occasione dell’alluvione del maggio 2023, ha infatti provocato l’allagamento degli stessi terreni interessati dall’alluvione dello scorso anno, mentre alcuni di questi sono stati sommersi anche nel settembre scorso, a seguito dell’apertura della chiavica Accursi per salvaguardare i centri abitati posti a valle, ed ancora all’inizio di ottobre, a seguito di una falla nell’argine dell’Idice. Non si può vivere costantemente con l’angoscia di veder distrutto il proprio lavoro; ormai ad ogni temporale c’è da mettere in conto il rischio che da qualche parte un argine collassi, o che si debba far defluire l’acqua nei campi per evitare allagamenti ai centri abitati, trattando questi terreni come casse di espansione ma senza che venga riconosciuto alcun indennizzo a chi li lavora.
È del tutto evidente che se non verranno realizzate celermente adeguate opere di riparazione e se non verranno eseguite le necessarie manutenzioni ai corsi d’acqua, i terreni di Campotto e di Vallesanta sono destinati ad essere abbandonati a se stessi.
*presidente di Confagricoltura Ferrara
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