È notizia di oggi il via libera arrivato dalla 7^ Commissione del Senato al disegno di legge delega che rivede le modalità di accesso ai i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria e Medicina veterinaria. La riforma prevede l’abolizione del numero chiuso e del test di ingresso al primo semestre. L’accesso alla facoltà ora sarà regolato attraverso i crediti formativi e la posizione in una graduatoria nazionale raggiunta.
In questo rimodulazione Ferrara è stata apripista. E lo rivendica oggi il sindaco Alan Fabbri, parlando di una notizia che “rappresenta il coronamento di una visione lungimirante avviata già nel 2018 a Ferrara, con uno scambio di vedute addirittura precedente”. La memoria corre al 2016, quando Fabbri era consigliere regionale e, insieme all’allora rettore Giorgio Zauli, “abbiamo deciso di puntare sull’ampliamento dei posti a Medicina”.
In quel momento “molti ci definivano dei folli”, ma “abbiamo sempre creduto fermamente che non potesse essere un test a quiz di 60 o 90 minuti a poter stabilire quelli che dovevano essere selezionati come futuri medici , e oggi possiamo dire che avevamo ragione”.
“Nonostante un sistema politico e accademico radicato e spesso poco incline ai cambiamenti – aggiunge Fabbri -, abbiamo scelto con coraggio di dare fiducia ai giovani talenti, convinti che il futuro del nostro Paese dovesse essere costruito attraverso opportunità reali. Il periodo Covid-19 ha testimoniato ulteriormente la grande esigenza di medici in questo senso”.
“Oggi quel sogno diventa concreto – conclude -, e Ferrara, con la determinazione di un grande rettore, si è affermata come pioniera, dimostrandosi ancora una volta modello e luogo di sperimentazione di successo. Si può dire che l’Università degli Studi di Ferrara abbia spianato la strada a un modello che ora si applica a livello nazionale, permettendo a tanti studenti di inseguire le loro aspirazioni senza barriere ingiuste”.
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