Politica
14 Ottobre 2024
Il deputato ferrarese in audizione: "Allora si misero allo stesso tavolo settore pubblico, impresa e sindacati, dove ognuno mise qualcosa per far uscire il Paese dalla crisi"

Luigi Marattin all’ad di Stellantis: “Serve un nuovo 1993”

di Redazione | 3 min

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Durante l’audizione di Carlo Tavares, amministratore delegato di Stellantis, è intervenuto Luigi Marattin, membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana, nonché economista ferrarese e fondatore dell’associazione Orizzonti liberali.

Argomento di discussione è la produzione automobilistica del gruppo Stellantis in Italia: la multinazionale che qualche anno fa ha acquistato la Vm Motori di Cento sta vivendo un periodo delicato, dato che i dipendenti si stanno preparando per lo sciopero.

L’intervento di Marattin si è aperto con un’analisi dei 4 punti cardine del discorso di Tavares: “Lei è venuto qui a dirci fondamentalmente 4 cose: -ha iniziato Marattin- per primo, fare veicoli elettrici costa il 40% in più; secondo, non vi lamentate perché lo avete deciso voi; terzo, a prescindere dall’elettrico, produrre in Italia costa di più; infine, se volete continuare ad avere un’industria automobilistica in Italia, dovete riassorbire innanzitutto il differenziale di costo senza considerare l’elettrico. Gran parte di questo 40%, per di più, si trova in un settore politicamente sensibile, cioè quello dell’indotto e della componentistica. In Italia ci sono tante piccole imprese, e alla politica italiana piacciono le piccole imprese: il problema è che l’Italia non ha capito che l’era delle piccole imprese è finita nel mercato globalizzato”.

Marattin ha poi continuato riferendosi al precedente intervento di Tavares in merito ai sussidi: “Lei ha detto che “Se volete mi potete dare dei sussidi”, anche perché si sa che quando questi vengono meno crolla la domanda. Se lo tolga dalla testa: l’altro ieri questo parlamento, senza capire quello che c’era realmente scritto, ha approvato un piano strutturale di bilancio dove sta scritto che nei prossimi 5 anni la spesa deve crescere a un tasso 4 volte inferiore a quello a cui è crescita negli ultimi 30 anni. Se non l’ha capito lei, non l’ha capito nessuno qui dentro. Se ne accorgeranno nei prossimi anni. I sussidi, comunque, non glieli potremmo dare anche se volessimo e io, personalmente, non vorrei”.

Si è poi passati a parlare di energia: “Secondo punto: l’energia. Difficile parlare di differenziale d’energia. Metà parlamento è contrario al nucleare, l’altra metà vuole le rinnovabili ma in Sardegna vota contro le rinnovabili perché non devono sporcare il paesaggio. Chiudo dicendo questo: ci dica lei che cosa chiede alla politica di fare per migliorare le condizioni di competitività”.

“Uno dei pochi momenti belli di questo paese – ricorda il deputato – fu il 1993, quando usciti dal baratro facemmo un patto mettendo allo stesso tavolo settore pubblico, impresa e sindacati, dove ognuno mise qualcosa per far uscire il Paese dalla crisi. Adesso abbiamo bisogno di qualcosa di simile per la produttività: metterci a un tavolo, dove ognuno contribuisce con qualcosa”.

Alla fine del suo intervento, Marattin prova a capovolgere metaforicamente le parti: Lei, se fosse al nostro posto, quali polices metterebbe in atto per chiudere quel gap di competitività? Se lei fosse al nostro posto come legislatore, quali politiche attuerebbe per risolvere il problema che lei così chiaramente ci è venuto a esporre? I miei colleghi hanno detto chiaro e tondo che non importa se costa di più investire in Italia, perché è necessario investire in Italia. Io, invece, le chiedo che cosa vorrebbe che la politica facesse per chiudere questo gap di competitività” ha concluso Marattin.

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