Il Coordinamento dei Comitati No biogas No biometano in questi giorni ha chiesto un incontro alla Provincia, ad Arpae e alla Ausl, perchè venga affrontata con urgenza e disponibilità la complessità della situazione riguardante la proliferazione degli impianti nel territorio provinciale ferrarese.
Oltre alla presenza di numerosi impianti biogas già funzionanti, nel territorio provinciale si sta verificando in quest’ultimo periodo una forte accelerazione di richieste di autorizzazione di nuovi impianti per la produzione di biometano e di riconversione dei vecchi impianti biogas.
“La Provincia, i Comuni, Arpae e gli altri Enti – spiegano dal Coordinamento, costituitosi all’interno della Rete Giustizia Climatica – possono e devono svolgere a nostro avviso, seppur in presenza di una legislazione che “favorisce” la realizzazione di questi impianti, un ruolo determinante a tutela del proprio territorio e dei propri cittadini. Sono grandi le preoccupazioni nei residenti delle zone interessate, Villanova, Tresignana, Copparo, Vigarano Mainarda, Gaibanella, ed è inoltre difficile far comprendere che le ricadute saranno su scala più ampia. La convivenza con gli impianti, la vicinanza alle zone di spandimento del digestato, le conseguenze dell’incremento del traffico in termini di inquinamento oltre che di sicurezza hanno indubbiamente ricadute di ordine ambientale e di salute e sicurezza delle persone. E sempre più allarmanti diventano anche le ricadute su uno stesso territorio della presenza di più impianti che, pur esenti a termini di legge dall’obbligo di una valutazione cumulativa, stanno determinando impatti oltremodo negativi e di questo i cittadini chiedono conto, con determinazione e con enormi difficoltà agli Enti locali e alle Agenzie che di fatto decidono per le autorizzazioni”.
Una gran parte dei cittadini, insomma, è determinata a essere coinvolta e vuole incidere sulle decisioni prese per il proprio territorio.
Secondo l’analisi del Coordinamento dei ComitatiNo Biogas No Biometano, i progetti anche in provincia di Ferrara si stanno concentrando in questo periodo per l’approssimarsi della scadenza dei Bandi di finanziamento relativi ai fondi del Pnrr. “Il D.M. 15/9/2022 “Incentivazione della produzione di biometano sostenibile” – riferiscono dal Coordinamento – ha messo a disposizione un fondo pari a 1 miliardo e 700 milioni di Euro per incentivi in conto capitale, fino al 40% delle spese sostenute e l’applicazione di una tariffa incentivante alla produzione di biometano, assegnati attraverso la partecipazione a Bandi gestiti dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici). I Bandi previsti dal Decreto sono cinque con assegnazione di contingenti totali di capacità produttiva disponibile che per ogni bando finora chiuso non è mai stata assegnata completamente e viene “riportata” nel Bando successivo. A partire dalla quarta procedura competitiva i valori delle tariffe di riferimento sono stati aggiornati all’indice nazionale dei prezzi al consumo per tenere conto dell’inflazione. Molti progetti già rientrati nelle prime graduatorie hanno rinunciato alla posizione utile per rientrare nelle graduatorie con tariffe aggiornate. Ed è questa la realtà della nostra Provincia, gli impianti autorizzati a Villanova e Poggiorenatico hanno rinunciato alle posizioni utili nel primo e secondo, e probabilmente anche al terzo Bando, per accedere ai benefici aggiornati. Per quest’ultimo Bando le graduatorie verranno pubblicate il 31 ottobre prossimo”.
“La disponibilità dell’asse di finanziamento – continua il Coordinamento – ha portato a numerose richieste di riconversione di impianti biogas finalizzata alla produzione di biometano: Masi Torello, che sappiamo dall’Atto di autorizzazione già pubblicato che parteciperà al quinto e ultimo bando, i quattro impianti dell’ex zuccherificio di Ostellato, Argenta, Bondeno che prevede una riconversione delle centrali presenti per la produzione di 1000 Sm3/h di biometano, la stessa produzione di Villanova. Ma ci sono anche richieste per nuove autorizzazioni: Vigarano Mainarda, Gaibanella, Zenzalino, per le quali l’iter autorizzativo è in corso. Ancor più complessa è la situazione nella parte Sud Est e Est della Provincia, Tresignana, Copparo, Jolanda di Savoia, realtà nella quale convivono biodigestori, discariche e allevamenti intensivi. Come succede poi secondo le note leggi di mercato alcune società sono state acquisite, ad autorizzazione ottenuta, da gruppi di grandi dimensioni, Poggiorenatico ha cambiato proprietà, gli impianti dell’ex zuccherificio di Ostellato, Bondeno, o come nel caso dell’Apisfe1 titolare del progetto a Villanova, l’acquisizione è stata da parte del fondo internazionale Macquaire”.
Da questa angolazione i parametri di “economia circolare” o di “diversificazione e valorizzazione dell’attività” agricola sembrano essere divenuti secondari, ma soprattutto “non c’è nessuna verifica delle effettive ricadute sul territorio e sulle persone”. “Può valere l’esempio che ogni impianto, che viene definito “agricolo” – spiegano dal Coordinamento – ha bisogno per il suo funzionamento di migliaia di ettari per la fornitura di biomasse e non sono resi pubblici calcoli sulla disponibilità effettiva delle coltivazioni e la relazione con le coltivazioni per l’alimentazione umana, così come la disponibilità di reflui zootecnici e pollina, che alimentano per molte migliaia di tonnellate ogni singolo digestore dovranno necessariamente arrivare da altre province e regioni. Inoltre ogni impianto avrà bisogno di migliaia di ettari per lo spandimento del digestato, residuo della digestione anaerobica, e che nella nostra Provincia sono autorizzati spandimenti, oltre che degli impianti biogas presenti, anche di digestato da altre province e di fanghi di depurazione derivanti da processi industriali”.
E’ evidente per i No Biogas No Biometano “la necessità improrogabile di una pianificazione di questi interventi, che hanno ormai una chiara connotazione industriale, di una analisi della situazione, che è stata qui solo accennata, a fondamento di ogni atto decisionale, di una conoscenza puntuale e condivisa delle implicazioni ambientali, sanitarie ma anche economiche e occupazionali”. Tutto questo è richiesto con urgenza.
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