Eccoci qua siamo di nuovo con i soliti problemi che da oltre due lustri ci assillano.
Di cosa si parla? Di quell’azienda che una quindicina di anni fa era la più grossa azienda metalmeccanica dell’Emilia Romagna e che ora sta ansimando di nuovo, in verità non ha mai smesso e si riparla di ammortizzatori sociali pregando che qualche miracolo porti la soluzione e metta tutti tranquilli.
Anche questa volta si parla della necessità di approfonditi ragionamenti, si raccomanda di non divulgare notizie oltre il necessario perché potrebbero deteriorare le trattative ma poi, come andrà a finire? Semplice; qualche centinaio di licenziamenti, qualche viaggio a Essen e, dopo estenuanti trattative si troverà un tagliatore di teste che arriverà a soddisfare la proprietà, le cui decisioni sono già state prese da tempo, e si scriverà un nuovo best seller con la storia della vittoria sindacale che ha limitato le perdite a soli… dipendenti, che saranno garantiti da buona uscita, prepensionamento ed altre operazioni creative che faranno tutti felici e contenti. Tutti?
Saranno felici tutte le aziende contoterziste del territorio perché anche loro dovranno cercare altrove le commesse per sopravvivere, in quanto se le commesse del committente calano lo faranno anche gli introiti.
Saranno felici i titolari delle aziende commerciali perché mancando una discreta quantità di denaro sul territorio avranno senz’altro un incremento di entrate da fonti per ora sconosciute. Senza contare inoltre che i licenziati, spesso incollocabili per età ed esperienze professionali, con molta probabilità diventeranno lavoratori “cosiddetti ciapinari” che contribuiranno a drenare lavoro ad artigiani e operatori del terzo settore che con immensa gioia vedranno le entrate delle loro attività volare alle stelle.
Saranno felici i nostri amministratori che avranno da grattarsi il capo per questi nuovi problemi che dovranno risolvere invece di occuparsi di salute, sociale, scuola e altre attività produttive (che comunque non godono di ottima salute).
A questo punto c’è da chiedersi se l’esistenza di questa azienda giova al nostro Comune e al territorio o invece è una idrovora che sfrutta il territorio che invecchia, si spopola, regredisce senza avere prospettive?
In conclusione lascio a chi ha avuto la pazienza di leggere fino alla fine queste righe, e poiché non esistono nomi chiunque può fare una analisi secondo le proprie esperienze.
Infine a chi dovesse dice che è facile criticare, si può rispondere che è stato provato in passato a parlare con chi dovrebbe essere in grado di dare risposte (non soluzioni) ma se si parla con dei sordi risposte non se ne avranno mai.
Grazie dell’attenzione
L.A.C.