Abbatte oltre 30 alberi senza autorizzazione
I Carabinieri hanno denunciato all’autorità giudiziaria estense un cittadino straniero, irregolarmente presente sul territorio nazionale, e una donna che, quale titolare di un laboratorio tessile
I Carabinieri hanno denunciato all’autorità giudiziaria estense un cittadino straniero, irregolarmente presente sul territorio nazionale, e una donna che, quale titolare di un laboratorio tessile
La Polizia Locale Terre Estensi ha denunciato un uomo di 30 anni di nazionalità nigeriana. Il trentenne risulta già condannato nell'ambito del processo alla mafia nigeriana, alla quale sarebbe collegato tramite l'appartenenza al clan criminale dei Vikings
Picchiata e poi violentata dall'uomo che aveva sposato in un matrimonio combinato, è riuscita a fuggire da quell'inferno fatto di botte e abusi sessuali, incrociando il proprio sguardo con quello di una donna che - qualche anno prima - era stata costretta a vivere lo stesso identico incubo e che - come lei - stava attendendo il proprio turno nella sala d'aspetto del pronto soccorso
Sono stati tutti assolti i tre imputati finiti a processo con l'accusa di tentata truffa e falso in concorso sui fondi della ricostruzione post-sisma
Lo scorso 12 marzo, gli agenti lo hanno tratto arresto in flagranza di reato nei pressi di via Balboni, per i reati di detenzione illecita di sostanze stupefacenti, spaccio (aggravato dall'essere stato commesso in prossimità di istituti scolastici), resistenza a pubblico ufficiale e lesioni
di Tommaso Piacentini
La politica italiana, in particolare riferimento ad alcuni partiti di destra, è diventata la proposta dell’immagine del leader di questi schieramenti. La loro corporeità, che si cattura con un click dello smartphone, è il nuovo oggetto di interesse che va al di là di quello per le idee. I famosi selfie, rito a cui si sottopongono le folle di simpatizzanti e non, sono diventati gli strumenti che alimentano la capacità seduttiva di questi politici.
Questi alcuni temi al centro dell’incontro Selfie, organizzato per il festival di Internazionale a Ferrara.
Il dibattito tra la giornalista e filosofa Anna Bonalume e Carlo Canepa di Pagella Politica, moderato da Michael Braun del quotidiano Die Tageszeitung, è ruotato attorno ai temi delle “false promesse” del governo di Giorgia Meloni (FdI) e dei populismi di Matteo Salvini (Lega).
Carlo Canepa, con il suo libro “Bugia al Potere”, sviscera ogni argomento che è stato oggetto della campagna elettorale della presidente del Consiglio ma che, nella realtà, non è giunto a una reale concretizzazione.
Si parte allora dai blocchi navali. “Partendo dalla campagna elettorale di Giorgia Meloni, una promessa era contrastare l’arrivo dei profughi: è stata solo una promessa oppure è diventata una realtà?” è la domanda posta da Braun. “Il blocco navale è stato un tema su cui Meloni ha fatto promesse fin da prima delle elezioni – risponde Canepa -. La realtà dei fatti è che, durante il primo anno di governo Meloni, gli sbrachi sono continuati a crescere, a dimostrazione che le promesse fatte erano irrealizzabili”.
“Negli ultimi mesi – prosegue il giornalista – gli sbarchi stanno calando, come dicono alcuni giornali allineati, ma il calo è su un aumento dei primi mesi; in più il blocco non è stato fatto”.
Rimanendo sul tema dei flussi migratori, viene approfondita la questione delle ong, così osteggiate da Salvini che arrivò a definirle delle “zecche comuniste”. Secondo una corrente di pensiero non solo della destra, infatti, le ong fungerebbero da pull factors, cioè da fattori di spinta, per l’emigrazione da un Paese ad un altro.
“Sull’impatto delle navi ong ci sono numeri che contestualizzano il loro ruolo – sottolinea Canepa -: non c’è correlazione tra sbarchi e pull factors. I motivi per cui una persona è spinta a emigrare sono ben più complessi”. “Inoltre -prosegue Braun – la guerra contro le ong distrae l’attenzione dalla realtà dei fatti: sono poche, solo il 10%, le persone salvate dal mare dalle ong e portate in Italia”.
Infine, c’è il grande tema dei centri che devono essere aperti in Albania. Una promessa del governo Meloni che viene continuamente posticipata: “Dovevano essere operativi a maggio, la data è stata spostata poi a agosto, poi a settembre, poi sono stati trovati irregolarità sui terreni dove costruire” afferma Canepa, che oltre alle tempistiche mette in luce un altro problema: “Vari esperti mettono in dubbio la legittimità di questa operazione”.
Dalle inadempienze del governo vigente, si è passati poi ad analizzare la figura di Matteo Salvini. Viene chiamata in causa Anna Bonalume, che ha seguito Salvini in tutti gli incontri pubblici durante le sue due campagne elettorali in Emilia-Romagna e in Calabria e ha esposto le sue conclusioni nel libro “Un mese con un populista”.
“In ogni incontro – comincia Bonalume – si avvertiva sempre un riferimento individuale: le persone si approcciavano a Salvini con i loro problemi personali, senza una speranza di aiuto per la nostra comunità. Era come un dialogo tra parti”.
Lo strumento del selfie si presta molto bene a questo tipo di rapporto uno a uno: “Questa capacità è la chiave del successo o una fonte di narcisismo?” si chiede Braun. “È un insieme di più fattori – risponde Bonalume -. Salvini per primo ha saputo cogliere il valore dei social e quindi i selfie sono stati fondamentali”.
“Non esistono più i momenti di dibattito – prosegue la giornalista -: Salvini faceva dieci minuti massimo di incontro pubblico e tre ore di selfie. In quel momento il rito dei selfie ha preso il posto della messa della domenica. Le persone si mettevano in fila ordinata, in religioso silenzio, aspettando sotto ogni tipo di intemperie per fare un selfie”.
È l’affermazione successiva di Bonalume che getta un sorriso amaro nella platea: “Salvini dava il proprio corpo nel selfie come un momento cristologico, come se stesse dando una parte del suo corpo in ogni cellulare”. E poi: “Salvini ha mostrato la riduzione biologica della politica: oggi rimane l’immagine del corpo del politico; anche quando le idee non ci sono più rimane il corpo”.
Qualcosa in questo meccanismo deve aver funzionato se l’attuale ministro dell’interno dal 4% del 2013 è riuscito a portare il suo partito al 34% delle europee del 2019. “il successo di Salvini è stato rapido ma quello che è successo a lui è che, a differenza della Meloni, si è tornato di fronte a sfide internazionali su cui non è riuscito a dare una visione comune, come il Covid o la guerra in Ucraina” afferma Bonalume. “Nella sua incoerenza però ha visto una occasione Giorgia Meloni, che ha basato la sua campagna elettorale sulla coerenza – prosegue la giornalista -. Il successo della Meloni deriva dalle faglie di instabilità della politica di Salvini”.
Ultimo grande tema la questione economica, in particolare il tasso di occupazione e il reddito di cittadinanza. Secondo Canepa, è vero che il numero degli occupati è in crescita, come confermano i dati Istat, ma va ricordato che “la crescita occupazionale inizia dal 2021, cioè da prima della Meloni e poi resta che il tasso rimane il più basso di tutta l’Ue”. “Gli occupati crescevano quando il reddito di cittadinanza era ancora in vigore – prosegue il giornalista -. Ci sono studi scientifici che rilevano che, per quanto il reddito avesse difetti, non è vero che ha frenato l’occupazione incentivando a non lavorare”. “In più – conclude Canepa – il governo è intervenuto abolendolo ma inserendo al suo posto altre misure di sostegno”.
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