Argenta. Il sindaco di Argenta, Andrea Baldini, commenta l’iniziativa del senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni, che ha interrogato il ministro della protezione civile Nello Musumeci, esponendogli la sua contrarietà alla realizzazione di un nuovo polo scolastico ad Argenta.
“Sono sicuro – dice Baldini – che il senatore abbia studiato attentamente il progetto, prima di presentarlo a un Ministro della Repubblica. La sua attenta analisi non gli ha tuttavia impedito di riportare nell’interpellanza degli errori, che devono essere corretti, per permettere al Ministro di poter rispondere nel migliore dei modi quando dedicherà al tema l’attenzione che merita”.
Il senatore riporta che si tratta di un progetto per la realizzazione di “un edificio al solo piano terra che ospita sia la scuola materna che l’asilo nido”. “Questa non è un’affermazione corretta – spiega il sindaco – di scuole, nell’area, ne stiamo realizzando due. Il cantiere che è appena partito, e al quale viene fatto riferimento, è quello del nuovo asilo nido, che potrà accogliere 50 bimbi dagli 0 ai 3 anni. Una cinquantina di metri più a lato, invece, nella primavera scorsa sono iniziati i lavori per la realizzazione di una nuova infanzia, che ospiterà 150 bambini dai 3 ai 6 anni”.
“La nostra scelta – illustra Baldini – è stata quella di realizzare un polo per l’infanzia 0-6, ma in due edifici distinti, indipendenti e funzionali. Funzionali e separati da un parco a servizio delle scuole e della cittadinanza. A proposito del verde. Il senatore Balboni riporta che per realizzare quest’opera abbatteremo un parco. Il progetto prevede che verranno tagliati cinque alberi, che è un fatto del quale ci rammarichiamo, ed è anche per restituire al quartiere il capitale verde che verrà rimosso che nell’area di alberi ne verranno piantati 25, dettaglio che nella relazione al ministro non viene riportato. Lo faremo grazie a un progetto proposto al Comune dal Masci – Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani, che è stato presentato, con grandissimo onore per la nostra comunità, anche a papa Francesco. Il parco a servizio del quartiere quindi non verrà “abbattuto”, ma decuplicherà: da 3.000 mq diventerà 30.000 mq. Una scelta fatta per dare al polo dell’infanzia un’area verde importante, ma anche per rigenerare il quartiere con un’opera che aumenti il valore dell’area, e contemporaneamente faccia funzione di mitigazione tra l’argine e l’abitato”.
Baldini ricorda inoltre al senatore che “le scuole dell’infanzia si fanno a un piano solo, e che non è né consigliabile, né previsto dalla legge, farle a due: è una questione di sicurezza, appunto. Invito il senatore ad abbandonare l’emotività legata all’alluvione che oggi comprensibilmente lo coinvolge, visti i fatti che la nostra terra sta affrontando per una seconda volta in poco più di un anno. Ma noi amministratori dobbiamo ragionare su come si costruisce una scuola sicura, tutti i giorni. E il rischio per una scuola è legato non solo all’alluvione, ma anche al terremoto o all’incendio, per esempio. In una scuola a un piano l’evacuazione è più rapida e facile, e aggiungo che un terremoto e un incendio non si possono prevedere, mentre un’alluvione, nel nostro territorio, sì, ed è per questo che sappiamo che nel caso affronteremo concrete situazioni di pericolo legate al rischio idraulico del Reno, i bambini in quel momento non saranno a scuola perché verranno tempestivamente chiuse. Il rischio zero non esiste, ma il rischio idraulico legato al Reno, e alle sue piene, è strettamente controllato e controllabile. Per saperlo non serve essere precisamente esperti del funzionamento del nostro sistema di protezione civile, ma basta pensare a come è fatto il nostro fiume, le sue opere di protezione e il nostro abitato. L’argine destro del Reno è un metro più basso di quello sinistro. Un dettaglio importante, che indica che lo sfogo del fiume, se necessario, sarà verso le aree coltivate tra il Reno e l’Idice, casse di espansione pensate per ricevere l’acqua se, e quando, questa non può più essere controllata. Coerentemente con quello che asseverano le perizie geologiche che sono state redatte a supporto del progetto, e coerentemente agli strumenti urbanistici di cui siamo dotati, in linea con le normative regionali e nazionali, il nuovo asilo e la nuova scuola materna verranno realizzati in uno spazio sicuro, funzionale alla realizzazione di due edifici ampi e belli, in un quartiere che vogliamo riqualificare portando lì dei servizi che oggi mancano”.
“Ringrazio il senatore Balboni per l’attenzione che ha voluto dare al nostro progetto – conclude il primo cittadino di Argenta – ma lo invito a prestare più attenzione alle opere che commenta; a ragionare sulla funzione che svolgono; alla comunità che le accoglierà, ai suoi bisogni, alla sua identità. Un tema di così grande importanza non può essere trattato con questa superficialità. È il nostro ruolo di amministratori e rappresentanti dei cittadini che ce lo impone, a maggior ragione quando la rappresentanza è svolta nelle istituzioni più importanti del nostro paese. Non si può trattare con superficialità Argenta, come è successo, ma tanto meno Ferrara, che mi auguro il senatore conosca più profondamente. Invito quindi il senatore Balboni a confrontarsi con me, a venire di persona a visitare i due cantieri in questione, ma anche quello di riqualificazione dell’ospedale, un altro servizio strategico e ad alta criticità per quanto riguarda i temi della sicurezza, che sorge nella stessa zona, una strada più in là. Abbiamo sicuramente bisogno delle sue attenzioni e dell’attenzione del Governo. Se il senatore verrà, gli chiederei infatti anche la disponibilità a visitare un cantiere che purtroppo oggi è interrotto, quello della Strada Statale 16: lì i cittadini argentani hanno bisogno si concentri l’attenzione del Governo. Per questa opera, dopo averlo chiesto già personalmente ad Anas, al governo, chiedo al senatore che la stessa premura ha avuto per la scuola, l’abbia nel sollecitare i ministeri competenti per assicurarsi che il blocco temporaneo del cantiere della statale non sia l’occasione per definanziare l’opera e destinare altrove le risorse”.
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