Caso Cidas. Lodi ricorre in Appello
Sette motivi per cui la sentenza di primo grado che ha condannato Nicola Naomo Lodi per induzione indebita va riformata o annullata
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Martedì pomeriggio i militanti di Gioventù Nazionale Ferrara si sono riuniti per rendere omaggio a Sergio Ramelli, giovane studente milanese brutalmente assassinato cinquant’anni fa
di Riccardo Giori
In vista delle imminenti elezioni regionali in Emilia-Romagna, la sezione ferrarese di Fratelli d’Italia scioglie le riserve e presenta la sua lista di nomi a supporto della candidata alla presidenza Elena Ugolini, rettrice delle Scuole Malpighi di Bologna ed ex sottosegretaria all’Istruzione con il governo Monti, vicina da sempre al movimento cattolico Comunione e Liberazione e attualmente in corsa con una lista civica supportata dalla coalizione di centrodestra.
La rosa di nomi presentata dal senatore di FdI Alberto Balboni è composta come da tradizione di partito da due candidati per la città di Ferrara e due provenienti dalla provincia. I primi due sono Chiara Scaramagli, coordinatrice comunale e vicecoordinatrice provinciale di Fratelli d’italia nonché assessore con deleghe a Pubblica Istruzione e Formazione del Comune di Ferrara, e da Alessandro Balboni, vicesindaco di Ferrara e assessore con deleghe a opere pubbliche infrastrutture, università, ambiente, tutela animali, progetti europei, protezione civile.
Chiaramente quella di Balboni è una candidatura ‘di traino’: difficile immaginare che possa dimettersi da vicesindaco in caso di elezioni. Più facile prevedere che lascerà il posto a chi lo segue in lista.
“Seguendo la tradizione di FdI abbiamo candidato il presidente provinciale del partito come figura rappresentativa di tutta la provincia di Ferrara – così il senatore motivando la scelta del figlio in lista -, tradizione che storicamente vuole il presidente provinciale sempre candidato alle regionali”.
Sui restanti nomi Alberto Balboni precisa: “mentre dei tanti criteri che abbiamo immaginato per la scelta dei candidati provenienti da fuori città abbiamo invece deciso per i rappresentanti dei territori che hanno tributato a Fratelli d’Italia il consenso più alto alle ultime elezioni politiche ed europee”.
Dalla provincia la scelta è quindi caduta su Manuela Rescazzi, coordinatrice provinciale FdI di Masi Torello dove ha ricoperto la carica di sindaca per due mandati oltre ad essere stata consigliera per tre anni in Hera, e infine su Fausto Gianella.
Militante di FDI e presidente della cooperativa La Vela di Goro, Gianella fu candidato sindaco con il Pdl a Goro nel 2011, poi alla Camera nelle elezioni politiche del 2013 con Fdi-An, nonché promotore della protesta delle barricate anti profughi a Gorino nel 2016, “votato all’unanimità per il suo impegno a sostegno dell’economia del territorio e delle cooperative di pescatori”.
Due uomini e due donne quindi, scelta mirata poiché, come ha tenuto a precisare il senatore, “non è stato facile individuare i candidati tra tanti meritevoli di veder riconosciuto il proprio impegno con una candidatura in regione, e nonostante siano stati comunque valutati sulla base di criteri oggettivi abbiamo deciso di scegliere due donne e due uomini per la parità di genere, perché per noi le donne vengono prima”, e continua “del resto anche alle elezioni comunali la nostra era una delle poche liste che aveva sedici donne e sedici uomini”.
E sulle proiezioni dei sondaggi dice Balboni: “in base ai risultati ottenuti alle elezioni europee e politiche, siamo fiduciosi di poter fare un buon risultato, lo dico nonostante poco tempo fa girasse un sondaggio che ci dava indietro di dieci punti, ma che a nostro parere è inaffidabile poiché fu svolto quando ancora la Ugolini non era candidata, se poi ci aggiungiamo che il Pd ha una presenza forte e radicata è ovvio che i sondaggi ci dessero in netto svantaggio. Inoltre il campo largo non esiste più, è andato in frantumi come abbiamo visto in Liguria, pertanto confidiamo di poter superare il divario con i nostri avversari e recuperare il distacco”.
“Abbiamo cambiato Ferrara, stiamo cambiando l’Italia ed è ora di cambiare anche l’Emilia-Romagna” afferma il capolista nonché vicesindaco di Ferrara Alessandro Balboni, “il fatto di avere un’amministrazione a guida centrodestra in tutti gli enti del nostro territorio, quindi dal comune e dalla settimana scorsa anche dalla provincia, e dalle sinergie che ne derivano è molto importante, ora abbiamo la possibilità di prendere in mano diversi temi riguardanti questo territorio che la sinistra non ha mai considerato nonostante governasse ovunque e vantasse addirittura due ministri ferraresi (Dario Franceschini e Patrizio Bianchi – ndr), dal petrolchimico al nostro totale isolamento dalla via Emilia, perciò governando la regione sarà nostro obbiettivo quello di rilanciare un asse che da Ravenna passi da Ferrara e che renda questo territorio attrattivo nei confronti delle grandi aziende, perciò con questa squadra sono convinto che sapremo rappresentare un valore aggiunto per la città di Ferrara e per tutta la sua provincia”.
“Non sarà facile strappare l’Emilia-Romagna alla sinistra che la governa da settant’anni, ossia da quando esistono le regioni” aggiunge il deputato di FdI Mauro Malaguti che, parlando della candidata alla presidenza, aggiunge: “va considerato che Elena Ugolini è particolarmente amata nella città di Bologna, e noi ci presentiamo con quattro candidati molto qualificati sia per la loro esperienza amministrativa che per la loro militanza politica”.
Infine la stoccata all’opposizione: “e soprattutto ci presentiamo con una coalizione compatta mentre dall’altra parte prima ancora di iniziare la campagna elettorale sono già volati gli stracci, con il Movimento 5 Stelle che ha fatto opposizione a Bonaccini, ora sappiamo tutti che la coerenza non sia la qualità principale del M5S però molti loro elettori sia per questa che per la notizia della rottura del campo largo potrebbero non essere molto incentivati ad andare a votare”.
Malaguti conclude poi il suo intervento definendo un’eventuale vittoria del centrodestra in Emilia-Romagna: “un evento a livello nazionale paragonabile alla caduta del muro di Berlino”.
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