Attualità
14 Ottobre 2024
L'infrastruttura trasporterà la Co2 emessa dal polo chimico fino a Casalborsetti per poi immagazzinarla nei giacimenti a gas esauriti dell'Adriatico. A progettarla è Snam Rete Gas Spa

Settantacinque chilometri di gasdotto dal petrolchimico al mare

di Redazione | 3 min

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Un gasdotto di circa 75 chilometri, principalmente interrati, che dal petrolchimico di piazzale Donegani si snoderà fino a Casalborsetti, in provincia di Ravenna, attraversando i territori comunali di Ferrara, Voghiera, Portomaggiore e Argenta.

È quello progettato dalla società Snam Rete Gas Spa di San Donato Milanese con l’obiettivo di realizzare la prima infrastruttura operativa in Italia per il trasporto e lo stoccaggio della Co2 a servizio dei distretti industriali che ne risultano emettitori, prevalentemente collocati nella zona della Pianura Padana.

Più nello specifico, il fine del progetto – denominato Ravenna CCS – è quello di contribuire alla riduzione delle emissioni delle industrie principalmente rientranti nei settori hard-to-abate, per renderle più sostenibili e più competitive sul mercato, creando – secondo la società che ne ha curato la progettazione – le condizioni per nuove opportunità di crescita economica attraverso la decarbonizzazione.

Grazie a Ravenna CCS – spiegano gli ideatori dell’infrastruttura – sarà garantita agli emettitori la possibilità di trasportare la propria Co2 fino al sito di Casalborsetti, per immagazzinarla nei giacimenti a gas esauriti dell’Adriatico.

Il progetto, come si diceva in precedenza, prevede quindi la realizzazione di condotte di trasporto di Co2 per il suo successivo stoccaggio geologico e si sviluppa secondo due direttrici principali.

La prima andrà dal polo chimico a nord di Ferrara fino a Casalborsetti, a nord di Ravenna, con andamento in senso gas nord-ovest/sud-est, mediante la realizzazione di circa 75 chilometri di nuove condotte; la seconda si snoderà dal polo chimico di Ravenna fino a Casalborsetti con andamento in senso gas Nord-ovest/nord-est, mediante la realizzazione di 5 chilometri di nuove condotte e 14 chilometri di riconversione (repurposing in termini tecnici) di un gasdotto che è già esistente.

Il progetto si basa quindi sulla realizzazione di circa 80 chilometri di nuove condotte con diametro variabile e la riconversione di circa 14 km di un gasdotto esistente.

L’opera, di nuova realizzazione, risulta compresa tra gli interventi di pubblica utilità, indifferibili e urgenti, strategici per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Pnrr e l’area interessata dal progetto è completamente pianeggiante e i terreni attraversati sono per la maggior parte coltivati a seminativo.

“Gli impatti ambientali analizzati – sottolinea Snam, nell’istanza inviata al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – mostrano che le attività incideranno sul territorio quasi esclusivamente in fase di costruzione, in misura peraltro minima sulle varie componenti ambientali. Le misure di mitigazione prima e di ripristino poi consentiranno infatti di ridurre al minimo gli impatti“.

“In fase di esercizio il progetto di fatto non comporterà impatti, poiché l’opera risulterà pressoché completamente interrata, non avrà emissioni di alcun tipo e non necessiterà di materiali o risorse. Gli unici elementi fuori terra saranno gli impianti di linea che, posizionati in aree agricole, saranno mascherati con essenze vegetali” conclude la società.

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