Copparo. Due anni e mezzo. È la richiesta di condanna che ieri (martedì 1° ottobre) la Procura di Ferrara ha avanzato per la maestra di 55 anni, finita alla sbarra con l’accusa di maltrattamenti in un asilo del Copparese.
Le contestazioni parlano di episodi risalenti al periodo compreso tra il 2012 e il 2013, quando alcuni bambini avrebbero subito pizzicotti, trascinamenti sul pavimento, sarebbero stati sollevati per i polsi o le braccia, o colpiti con cucchiai sulle gengive per essere costretti a mangiare.
L’indagine nacque dalla denuncia fatta da un’ausiliaria al responsabile del Comune di Copparo che a sua volta avvertì il dirigente scolastico, il quale provvide a sospendere la maestra, trasferendola ad un’altra mansione, in biblioteca.
La professionista era stata assolta nel marzo del 2018 in un precedente procedimento dall’accusa di abuso di mezzi di correzione, ma il successivo appello modificò il capo di imputazione in maltrattamenti e restituì gli atti alla procura estense per dare il “la” a un nuovo processo.
Così è stato e ora l’imputata deve difendersi da un’accusa ancora più grave. Ad assisterla è l’avvocato David Zanforlini che, oltre a chiederne l’assoluzione, ha chiesto la trasmissione degli atti alla Procura al fine di indagare per falsa testimonianza un militare che aveva svolto le indagini.
Le famiglie dei bambini che sarebbero stati maltrattati sono costituite parte civile tramite gli avvocati Stefano Scafidi ed Elisabetta Brandi. Il Comune di Copparo è presente a processo in una duplice veste: come parte offesa costituitasi parte civile (assistito dall’avvocato Gianni Ricciuti) e come responsabile civile (in questo caso assistito dall’avvocato Vittorio Zappaterra)
Si torna in aula il 22 ottobre per la sentenza.
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