Cronaca
2 Ottobre 2024
Si allarga il capo di imputazione. Oltre alla diffamazione aggravata, per i fatti del 13 ottobre 2018, il pm Andrea Maggioni contesta ora anche il reato di interferenza illecita nella vita privata

Caso di via Scalambra. Nuova accusa per Lodi e Ferretti

di Davide Soattin | 2 min

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Non più solo diffamazione aggravata, ma anche interferenze illecite nella vita privata. Si aggiunge un’altra accusa nei confronti dell’assessore Nicola Lodi e di Alessandro Ferretti, amministratore della pagina Facebook di sponda leghista Ribellum, finiti a processo dopo la denuncia di un 21enne ferrarese per un video che lo riprende durante una delle “operazioni anti-degradodell’ex vicesindaco, quando era segretario comunale della Lega, nei palazzoni disabitati di via Scalambra.

Era il 13 ottobre del 2018. Naomo Lodi era già in campagna elettorale e con un gruppo di simpatizzanti cui si aggiungono fotografo e cronista di un giornale locale, si era recato negli immobili in via Scalambra, oggetto di segnalazione da parte dei residenti per il degrado attorno agli scheletri delle costruzioni, divenuti alloggi di fortuna per senzatetto.

All’interno di una delle palazzine in stato di abbandono trovarono due giovani. Stavano fumando cocaina. Uno di loro era un ragazzo ferrarese di 21 anni. Aveva abbandonato la casa dei genitori e da 45 giorni viveva lì. Naomo gli aveva assicura che non lo stava riprendendo né registrando e inizio a fargli delle domande. A lui e al suo amico consigliava di rivolgersi a Viale k o al Sert per farsi aiutare.

Ma quell’intervista, con relative foto (“pubblicate senza alcun accorgimento – lamentò il diretto interessato – volto a rendere il viso irriconoscibile e contro la mia volontà”) finirono in pochi giorni sul quotidiano in questione e il venne pubblicato su Facebook nella pagina “Ribellum”.

Il giovane aveva quindi querelato Naomo, giornalisti e amministratori della pagina. Nella denuncia il ragazzo dirà che “visto l’atteggiamento arrogante e l’elevato numero di persone sconosciute, provava un forte timore” e che “venivo bersagliato da insistenti domande, rivolte con atteggiamento aggressivo e molesto“.

Per competenza territoriale l’indagine finì in due tronconi: uno a Bologna e uno a Ferrara.

La Procura di Ferrara chiese l’archiviazione per Lodi e l’altro indagato, Alessandro Ferretti, uno degli amministratori della pagina. Ma la parte offesa, assistita dall’avvocato Bernardo Gentile, fece opposizione e – per entrambi – il gip ordinò l’imputazione coatta per il reato di diffamazione aggravata.

Ieri (1° ottobre) il pm Andrea Maggioni ha modificato il capo di imputazione, aggiungendo – come si diceva poco più su – un’altra contestazione. Il processo tornerà in aula il 3 dicembre con un’udienza interlocutoria in cui le parti decideranno o meno – alla luce dei cambiamenti – se chiedere riti alternativi o proseguire con rito ordinario.

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