Dopo 35 anni dall’omicidio di Denis Bergamini ora c’è un colpevole. Almeno in primo grado. Isabella Internò è stata condannata a sedici anni di reclusione: è la sentenza che esce dopo otto ore di camera di consiglio dai giudici della Corte d’assise di Cosenza.
Internò, secondo la Corte, è colpevole dell’omicidio in concorso con ignoti per la morte dell’ex fidanzato, il calciatore del Cosenza Donato Denis Bergamini, avvenuta a Roseto Capo Spulico il 18 novembre del 1989. La procura aveva chiesto 23 anni. I giudici hanno concesso le attenuanti prevalenti sulle aggravanti. L’imputata ha assistito alla lettura del dispositivo a fianco dei suoi legali.
La corte ha anche escluso le aggravanti della crudeltà e dell’uso di sostanze venifiche. Come pena accessoria per Internò ci sono anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dei diritti civili per la durata della pena e il risarcimento dei danni che andranno quantificati eventualmente in sede civile.
Si chiude così, dopo 35 anni e oltre quaranta udienze, l’ultimo processo sulla morte di Denis Bergamini.
Subito dopo la morte era stata aperta una prima inchiesta nella quale era imputato Raffaele Pisano per omicidio colposo: era lui alla guida del camion che travolse il calciatore. Nel 1992 Pisano venne definitivamente assolto e venne accolta la tesi della fidanzata di Bergamini, Isabella Internò, che fin da subito aveva sostenuto il suicidio.
Una seconda inchiesta venne aperta nel 2011 quando la famiglia Bergamini fece un esposto. Una consulenza dei Ris accertò allora che la morte del calciatore era avvenuta prima dei traumi da schiacciamento riportati. L’anno successivo venne così indagata l’unica persona che si trovava con la vittima al momento della morte, Isabella Internò, per concorso in omicidio volontario. Venne coinvolto anche il camionista Raffaele Pisano per favoreggiamento e falso giuramento.
L’inchiesta venne archiviata, nonostante l’opposizione della famiglia Bergamini, dal tribunale di Castrovillari nel 2015.
Due anni dopo, nel maggio del 2017 viene aperta la terza inchiesta dopo un altro esposto della famiglia avvenuto in seguito al parere medico legale di Vittorio Fineschi. Questi, grazie alla glicoforina, riesce a dichiarare con certezza che i traumi da schiacciamento sono posteriori alla morte di Bergamini. L’ex compagna viene quindi indagata sempre per concorso in omicidio volontario e premeditato, il corpo viene riesumato per ulteriori accertamenti. Nel settembre del 2021 viene rinviata a giudizio mentre il processo si apre il 25 ottobre.
Oggi mancano ancora all’appello gli esecutori materiali.
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