Attualità
1 Ottobre 2024
Alessandro Metz, armatore della Mare Jonio, ospite alla due giorni di incontri e dibattiti organizzata dall'ufficio Migrantes Diocesano di Ferrara e tenutasi a Casa Cini

“Comprare una nave e salvare le persone è l’unica risposta possibile all’intolleranza”

di Redazione | 3 min

Leggi anche

Rexnord. Le testimonianze: “Domani mi sarei dovuto sposare. Ho dovuto rinviare tutto”

"Domani mi sarei dovuto sposare. Ho dovuto rinviare tutto" e quando gli hanno chiesto perché ha risposto: "Perché il prossime mese non so se ho da mangiare". Questa è la testimonianza di uno dei lavoratori di Rexnord, Iuri Carli, che insieme a Sabrina Turra e Diego Zaghi ci racconta il fulmine a ciel sereno che li ha colpiti lunedì mattina quando è arrivata quella "maledetta" pec dalla direzione aziendale

Zls. CamComm, Ascom e Cna: “Un risultato storico”

“Con il riconoscimento di Zona Logistica Semplificata abbiamo l’obbligo di ragionare in un’ottica di area vasta, cercando di cogliere le grandi opportunità legate al Porto di Ravenna come snodo commerciale e logistico. Produzione manifatturiera e servizi di logistica sono in effetti i settori maggiormente chiamati in causa, e Ferrara, da questo punto di vista, ha grandi energie da mobilitare”

di Riccardo Giori

È terminata domenica 29 settembre la due giorni di incontri e dibattiti organizzata dall’ufficio Migrantes Diocesano di Ferrara e tenutasi a Casa Cini in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Diritto di cittadinanza, discriminazioni, accoglienze e soccorso in mare tra i temi trattati nei vari incontri che hanno visto alternarsi diversi ospiti tra i quali Kimia Ghorbani, attivista e giornalista iraniana che raccontato la sua storia di rifugiata in fuga dalla persecuzione del regime, Alessandro Metz, armatore della nave Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans, sostituendo all’ultimo minuto Beppe Caccia, inizialmente previsto come ospite ma impossibilitato ad abbandonare la nave a causa dei recenti controlli ministeriali che hanno decretato il fermo della nave.

Insieme a lui al microfono anche don Sandro Messina, direttore dell’ufficio Migrantes di Fano e appena rientrato dalla missione a bordo di una barca a vela a supporto della Mare Jonio.

Metz ha ripercorso la storia di Mediterranea e del motivo che li hanno spinti ad acquistare una nave: “Spesso mi chiedono cosa ci ha spinto a farlo la risposta è che nel 2018 eravamo annichiliti di fronte a quella che sembrava l’unica narrazione possibile sulla questione migratoria, una narrazione escludente, razzista e xenofoba, e mossi dalla vergogna di non fare nulla mentre in Italia cresceva un’ondata nera di intolleranza ci siamo chiesti che fare, e la risposta è stata quella non di lamentarci sui social ma di comprare una nave e andare a salvare quelle persone che continuavano a morire nel Mar Mediterraneo”. Sempre ricordando la furiosa propaganda anti-migranti della destra ha detto “non eravamo in grado di contrapporre nessun tipo di ragionamento, perché quella narrazione così escludente e razzista la trovavamo al bar sotto casa, nei discorsi dei colleghi di lavoro o nei pranzi di famiglia, ma nel momento in cui abbiamo fatto qualcosa di concreto come comprare una nave ci siamo resi conto di quante persone fossero disposte a sostenerci, e così siamo riusciti a partire”.

Alessandro Metz ha ripercorso tutte le volte in cui le capitanerie di porto – dipendenti dal ministero dei trasporti e delle infrastrutture – hanno assegnato di proposito alle navi di soccorso dei porti distanti molti giorni di viaggio per rendere il più difficile possibile le operazioni di sbarco dei migranti salvati in mare. Ha commentato anche il recente fermo della nave di Mediterranea definendolo “una vendetta politica a pochi giorni dal processo che vede imputato il ministro alle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini accusato di sequestro di persona contro l’ong spagnola Open Arms”.

Secondo Metz i controlli straordinari che stanno interessando la Mare Jonio sono stati inviati direttamente dal ministero, cercando un pretesto per non far ripartire la nave, una sorta di “lezione” diretta a tutte le altre navi di Ong che operano nel Mediterraneo centrale. E aggiunge: “Ad ogni modo non ci fermeranno, tutte le diffide e i procedimenti avviati contro di noi sono sempre stati impugnati dai nostri avvocati” riferito alla battaglia legale per poter ripartire il prima possibile, “e continueremo a farlo con tutti gli strumenti che la nostra democrazia ci consente di usare, perché come esseri umani non possiamo restare indifferenti a quello che succede sotto i nostri occhi”. Ha infine concluso: “Si parla sempre di numeri quando ci si riferisce alle morti in mare nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, ma quando guardi negli occhi le persone che salviamo ci si rende conto che non sono numeri ma uomini, donne, bambini, e sono portatori di sogni, un sogno che non è altro che il desiderio di una vita possibile. E il nostro dovere è di salvare quei sogni e raccontare quello che vediamo con i nostri occhi”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com