Attualità
1 Ottobre 2024
L’incremento maggiore, +14,5%, per la raccolta di plasma: i dati dei primi 8 mesi 2024. Garantita l’autosufficienza e donate alle regioni carenti oltre 3.000 unità

Donazioni di sangue in crescita del 2,4% in Emilia-Romagna e del 2,5% a Ferrara

di Redazione | 4 min

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Donazioni di sangue in crescita del 2,4% in Emilia-Romagna, con un incremento che arriva al 14,5% per la raccolta di plasma; e al tempo stesso calano, indice di un’applicazione sempre più diffusa in termini di appropriatezza clinica, le unità di emazie trasfuse: 3.773 in meno (-2,9%).

I dati dei primi 8 mesi 2024, messi a confronto con lo stesso periodo del 2023, confermano il buon funzionamento del sistema regionale di donazione, raccolta e trasfusione di sangue ed emocomponenti: in totale in Emilia-Romagna sono state 138.349 le unità di sangue intero raccolte e 127.979 quelle trasfuse.

Per quanto riguarda la provincia di Ferrara l’aumento delle donazioni è del 2,5% (da 14.788 unità di sangue intero a 15.156) e il calo delle trasfusioni è in linea con il dato regionale passando da 13.066 a 12.621.

“Sono risultati estremamente positivi, che ancora una volta confermano la solidità e l’efficienza del sistema sangue dell’Emilia-Romagna anche in ambito nazionale- afferma l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Continua nella nostra regione la scelta consapevole e altruistica di tanti cittadini che decidono di donare, l’impegno assiduo delle associazioni e l’organizzazione sempre più appropriata dell’intero sistema. Il nostro grazie- aggiunge l’assessore- va agli oltre 146mila donatori dell’Emilia-Romagna, ai volontari di Avis e Fidas, ai professionisti di tutto il sistema e al Centro Regionale Sangue, che riveste l’importante ruolo di coordinatore”.

“Siamo estremamente soddisfatti- aggiunge Michele Di Foggia, presidente Fidas Emilia-Romagna- dell’andamento delle donazioni in questi primi otto mesi: l’aumento delle donazioni di plasma e aver assicurato un buon livello di donazioni di sangue anche in estate sono due aspetti che ci hanno visti molto attivi verso la nostra comunità di donatori, con il sostegno fondamentale delle Istituzioni regionali. Garantire che ogni giorno i nostri pazienti abbiano la possibilità di essere trasfusi e ricevere i farmaci salvavita (prodotti con il plasma donato) è infatti lo scopo fondamentale delle nostre associazioni”.

“Per questi risultati- sottolinea Maurizio Pirazzoli, presidente Avis Emilia-Romagna- dobbiamo molto all’organizzazione delle nostre sedi e all’impegno quotidiano dei volontari, che ringrazio. Ma ancora di più lo dobbiamo alla risposta delle donatrici e dei donatori, che sono pronti a mettersi in gioco per aiutarci a portare a casa il risultato dell’autosufficienza. In particolare, vorrei ringraziare i donatori di plasma, perché viene richiesto un allungamento dei tempi della seduta ai quali non si sottraggono: pur vivendo in contesti dove si va sempre più di fretta e il tempo per sé è sempre meno, le poltrone disponibili si riempiono senza problemi. Di questo- conclude Pirazzoli- ringraziamo di cuore tutti i donatori, i quali colgono l’importanza sempre maggiore di un emocomponente indispensabile per produrre farmaci dai quali dipende la vita di molti pazienti emofilici e oncologici, oltre che i bambini nati prematuri e i grandi ustionati”.

I dati, in sintesi

Complessivamente le procedure di donazione hanno avuto un incremento di 4.454 unità (pari, appunto, al +2,4%), con un leggero calo delle donazioni di sangue intero (-2.251 unità, che corrispondono a -1,6%), e una consistente crescita delle unità di plasma raccolte: 6.705 in più rispetto al pari periodo 2023 (+14,5%), per un totale di 69.671 chilogrammi conferiti.

Risultato raggiunto grazie a una efficace programmazione organizzativa, che ha permesso di continuare a mettere a disposizione dei pazienti le unità trasfusionali necessarie e al tempo stesso ha portato ad un incremento complessivo molto positivo del plasma, indispensabile per la produzione di medicinali plasma derivati come albumina e immunoglobuline, in grado di salvare la vita a numerosi pazienti: questo tipo di raccolta, infatti, in Italia non basta a garantire l’autosufficienza e necessita quindi del ricorso al mercato.

Non solo, perché anche durante il periodo estivo in Emilia-Romagna non si sono verificate criticità e il sistema ha continuato a garantire come sempre il sostegno alle regioni carenti, contribuendo all’autosufficienza nazionale con 3.009 unità di sangue.

Inoltre, nonostante le continue variabili legate anche al diffondersi di patologie tropicali prima assenti in Italia a partire dal virus Dengue, il sistema sangue dell’Emilia-Romagna alla notifica del caso autoctono ha risposto con l’avvio della sorveglianza per tutti i donatori a rischio della regione: grazie ad un lavoro collettivo, i test sono stati eseguiti rapidamente e nessun donatore è stato sospeso per soggiorno in area a rischio Dengue, contribuendo quindi al mantenimento dell’autosufficienza regionale.

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