“Il discorso è molto semplice. Il ferrarese si è disabituato a frequentare il centro storico”. A intervenire nel dibattito sul flop del turismo a Ferrara è Alessandro Cositore, ristoratore proprietario dello storico Ciro e delle pizzerie Partenope e Ciro’s.
E lo fa sul proprio profilo Facebook, in risposta alle riflessioni di Daniele Botti, spiegando i motivi di questa disaffezione. Motivi che sarebbero molteplici: “problemi di parcheggio – elenca l’imprenditore -; non esistono più negozi attrattivi; eventi estemporanei esterni al centro (ad esempio quelli in Darsena) che inducono le persone a prediligere questi eventi pop up (temporanei) a discapito di quelli in piazza; eventi come i concerti, che sono format attrattivi soprattutto per una fascia di pubblico giovane, che ovviamente non ha capacità di spesa”.
Su questo aspetto Cositore fa presente come sia “risaputo che chi va ad un concerto non mangia prima o dopo, perché lo scopo è guardare il concerto. Per di più se i concerti finiscono dopo mezzanotte”.
Altro motivo: “il cliente potenziale del commercio, durante il Summer festival, non andrà mai in piazza avendo la certezza di non trovare parcheggio”.
La naturale conclusione è che “il ferrarese si è disamorato della piazza come polo di aggregazione e anche quando gli eventi pop up (Darsena e simili) e concerti sono terminati, impiega tempo prima di ritornare all’abituale vasca”.
Tutto questo “crea un vuoto temporale di tre mesi nei quali gli operatori del centro storico vanno in sofferenza”.
“Non mi sembra di scrivere cose complesse – aggiunge Cositore -. Il marketing è una scienza abbastanza intuitiva: devi scegliere un target e confezionare un prodotto/servizio coerente con quel target”.
Ecco allora l’uovo di Colombo: “Se Ferrara è una città d’arte, abbiamo già il prodotto da offrire. Dobbiamo solo offrirlo al target giusto, che non può essere il pubblico di giovanissimi. Voi vi ricordate quando avevate 20 anni, o meno? Avevate soldi da spendere al ristorante? No. Il modello di consumo era: mangiare a casa, e uscire a mezzanotte per farsi qualche drink scadente a basso prezzo a fini ludici e sociali”.
E invece il segmento di turismo con maggiore capacità di spesa, quello straniero, è drammaticamente calato in questi ultimi anni, con percentuali che non hanno eguali in regione.
“Ferrara ha disperato bisogno di una clientela che voglia e possa spendere – insiste Cositore -. Si dice “alto spendente”. Ultima considerazione. In centro ha chiuso Zara. Già questo basta per far riflettere. Se chiude il leader mondiale del prêt-à-porter con target price dai 20 agli 80 euro, significa solo una cosa. Desertificazione commerciale. Cioè non ha chiuso Gucci, lo ha fatto Zara”.
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