Politica
18 Settembre 2024
L'ex candidato sindaco interviene sulla drammatica situazione degli imprenditori in città: "Ancora una volta ci sarà la programmazione del Comune di Ferrara come loro principale competitor"

Botti: “Gli eventi servono a generare indotto non a far brillare gli occhi degli elettori”

di Redazione | 4 min

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Una terza ipotesi per i grandi eventi

La difficoltà di far coesistere i vari concerti in piazza Ariostea con le giuste esigenze degli abitanti residenti è evidente. Anche lo sforzo di aggiustare le cose con piccole o significative promesse di modifiche della viabilità non sono convincenti

Daniele Botti ben ricorda lo sfottò all’ex assessora Chiara Sapigni “sulle ‘percezioni’, cavalcato come cavallo di battaglia durante le elezioni del 2019 da Alan Fabbri per simboleggiare l’incapacità della sinistra ferrarese di essere vicina ai bisogni reali dei cittadini”. Non lo condivideva come “metodo comunicativo” ma, dice, “era una visione politica che caldeggiavo”. Auspicava “un cambiamento in positivo della città avvicinandosi ai cittadini per ascoltarne seriamente i problemi concreti”. E uno di questi problemi “c’era – e c’è ancora – la desertificazione imprenditoriale drammatica”.

“Ecco – scrive dunque l’ex candidato sindaco -, nonostante questa guerra importante alle ‘percezioni’ da parte di Fabbri e della sua macchina comunicativa, oggi si trova a vestire gli stessi panni che tanto ha combattuto a suo tempo”.

Basti prendere ad esempio “lo studio commissionato dal Comune di Ferrara all’Università degli Studi di Ferrara sulle attività del terziario (come ristoranti, bar, negozi, hotel ecc…) non è altro che una ‘Lode alle Percezioni’ per avvalorare la tesi che gli imprenditori del centro traggano fantomatici vantaggi sui consumi della clientela dagli eventi food & beverage e concerti”. Stando alle parole di Botti si tratta di uno studio che “non prevede alcuna analisi su nessuna metrica di performance (ad esempio dati sui consumi della Camera di Commercio o dati sul turismo Istat), ma si basa – appunto – sulle ‘percezioni’ di consumatori e imprenditori del centro”.

L’attuale giunta ha “il vento in poppa della ‘percezione'” come dimostrano  “anche i recenti risultati elettorali che hanno fatto emergere un Fabbri stravincente”, ma “il vero tema è che se il trend di performance di questa città non cambia, tra qualche anno avremo una Ferrara morta”.

Per portare alcuni dati Botti ricorda che “ci sono i bilanci di tanti imprenditori (vincenti) ultradecennali della città messi sul tavolo per dimostrare fattualmente l’impatto drammatico della combinazione tra estate food&beverage in Darsena e concerti in Piazza Trento e Trieste”. Sono una settantina le aziende che hanno firmato la lettera per chiedere attenzione sul tema mentre tanti altri imprenditori hanno contattato Daniele Botti “personalmente per questa battaglia” ma hanno anche dichiarato “di non aver firmato per timore di prendere posizione pubblicamente”.

Botti ricorda anche che un imprenditore storico come Michele Mazzanti ha dichiarato alla stampa di aver “dovuto richiedere aiuto alle banche per pagare puntualmente gli stipendi dei dipendenti nei durissimi mesi estivi. Non proprio l’ultimo arrivato in città visto che il Messisbugo è tra i top nel mercato cittadino dei cocktail bar dal 1997 e il Me è al top – addirittura in Italia – come pizzeria gourmet”.

Una dichiarazione che, afferma Botti, “gli fa incredibilmente onore per la trasparenza, per l’umiltà e per il coraggio con il quale ha deciso di condividere una difficoltà professionale individuale per il bene della comunità ferrarese tutta durante un confronto a porte chiuse (al quale non ho partecipato) tra Confcommercio e amministrazione comunale”.

Ora sono in arrivo ottobre e novembre, “altri due mesi focali per gli imprenditori della città, e ancora una volta ci sarà la programmazione del Comune di Ferrara come loro principale competitor: Oktoberfest e Monsterland per Halloween in misura ulteriormente potenziata”.

Si tratta, secondo Botti, dell’ennesima “combinazione di eventi dove si mettono sul tavolo danni per molti imprenditori a beneficio di un ristretto cerchio magico”.

“Ora – prosegue – è il momento del consenso, caro Alan, e se ti ricordi bene è stato un periodo lungo per molti in questa città… ma tante coscienze si stanno svegliando, e adagiarsi sulle ‘percezioni’ non porta mai grandi frutti. Le alternative ci sono, ma serve ascoltare. Ferrara non è piena di imprenditori incapaci come si vuol far passare con alcuni – non troppo – velati discorsi. Ferrara ha solo bisogno di una mano tesa ad aiutare grandi imprenditori a far rinascere, sul serio, questa città”.

“Gli eventi – conclude – servono per generare indotto che crei lavoro e floridità imprenditoriale, non a far brillare gli occhi degli elettori a beneficio dei pochissimi. Faccio politica perché amo questa città, ecco perché non ci sarà nessun 2% a fermare le mie battaglie”.

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