Le dimissioni formali sono solo l’ultimo atto che ha sancito l’abbandono di Federico Orlandini a Italia Viva. Un abbandono dettato prevalentemente da motivi personali. “I sempre più pressanti impegni professionali – spiega il diretto interessato – e, non nascondo, anche la voglia di restituire alla mia famiglia parte del tempo che la politica in quest’ultimo anno mi ha chiesto mi hanno portato a questo passo”.

Nessuno strappo: il presidente provinciale ha annunciato pochi giorni fa la propria decisione al consiglio direttivo di Iv.

Le strade, in realtà, non si sarebbero separate del tutto – Orlandini sarebbe rimasto comunque iscritto – se non ci fosse stato un particolare post partita. Il riferimento, ovviamente, è a quanto successo dopo la “Partita del cuore”, giocata a luglio in quel dell’Aquila, con le ormai arcinote dichiarazioni di Matteo Renzi sull’apertura al campo largo.

Un assist extracalcistico che a livello nazionale già ha provocato il terremoto Marattin, con il deputato ferrarese che ha lasciato Italia Viva assieme a un centinaio di dirigenti locali.

Ma la scelta di Orlandini è legata anche a quanto vissuto con l’esperienza locale: “a Ferrara il campo largo l’abbiamo sperimentato e il risultato è sotto gli occhi di tutti”. Italia Viva Ferrara faceva parte infatti, fino alla scelta del candidato sindaco, del Tavolo per l’alternativa. “E non posso certo dire che i risultati siano stati quelli sperati”.

Ecco allora l’addio, senza volontà polemiche, al partito: “non mi porto dietro nessun rancore, nessuna delusione e nessun rimpianto per la passione che ho messo in questa avventura. Ma, purtroppo per me, sono una persona che non intende rinunciare alle sue idee e ai contenuti ad esse correlati. Ringrazio tutte le persone del direttivo che hanno lavorato insieme a me”.

I bene informati dicono che Italia Viva Ferrara, dopo la defezione di Orlandini, ha visto recentemente la defezione anche di Licia Barbieri, presidente comunale. L’incarico di coordinatore ad interim è stato affidato a Pilade Perelli, che traghetterà il partito fino alle elezioni regionali e fino al congresso provinciale.