Cento. Con l’avvicinarsi della scadenza per le prossime elezioni regionali, il Comitato Verso Italexit è stato avvicinato in sede regionale da alcuni soggetti in area di centro-destra, per un coinvolgimento nella formazione e nel sostegno ai candidati della lista civica di Elena Ugolini. “Favorevolmente incuriositi davanti ad una proposta “civica” – riferiscono il presidente del comitato Marco Mattarelli e la portavoce Mia Gandini – abbiamo ascoltato le proposte con grande interesse e abbiamo seguito l’evoluzione delle candidature e delle alleanze possibili. L’entusiasmo iniziale si è velocemente spento, perché abbiamo dovuto purtroppo registrare un settarismo elitario, in appoggio alla candidata civica, degno della peggiore politica, che ci pare abbia l’unico obiettivo di promuovere una candidatura locale alla regione che notoriamente è lautamente pagata”.
“Non abbiamo potuto fare altro che prendere atto di una politicamente triste verità: i due principali concorrenti, quello della sinistra (si fa per dire..) Di Pascale (attuale sindaco di Ravenna) e quella della destra (anche qui, si fa per dire), la preside già impegnata con il Governo Monti, Elena Ugolini, sono in realtà espressione della stessa politica, con le stesse logiche di partito (anche per quelle liste che si chiamano “civiche”), latrice di promesse inattuabili e sempre più lontana dai cittadini”.
Secondo il comitato la candidata Ugolini si spende molto sul tema della sanità pubblica, “ma anche le sue promesse, per quanto non dubitiamo della sua buona fede, sono destinate a scontrarsi con la realtà dei numeri, perché l’impegno di spesa sanitaria regionale deriva in gran parte dalla compartecipazione al Fondo Sanitario Nazionale gestito dallo Stato”, che ha un bilancio in deficit di 154 miliardi sempre secondo le cifre snocciolate dal comitato.
“La situazione dei conti pubblici è fuori controllo – commentano Mattarelli e Gandini – a causa anche di interessi sul debito per denaro chiesto in prestito al fine di pagare il debito pregresso e che oggi con i tassi aumentati drasticamente rendono impossibile una qualsiasi politica di bilancio. Uno studio recente calcola in oltre 2000 miliardi di euro gli interessi pagati sul debito pubblico dal 1992. Un circolo vizioso che rende l’Italia schiava del debito e incapace di autogoverno, gestito dagli oligarchi della grande finanza a cui la nazione oramai è sottomessa. Il denaro che circola oggi è moneta artificiale creato dal nulla con un click sul pc delle Banche Centrali. Nessuno ha il coraggio di dire la verità: questo meccanismo è stato pensato per sottrarre sovranità e politica economica alla nazione lasciando i cittadini a fare i conti con la miseria indotta da chi ci ha promesso che avremmo lavorato un giorno di meno e guadagnato per un giorno di più. Per tornare alle prossime regionali e al quadro finanziario nazionale inserito nell’attuale contesto Ue, la situazione è la seguente: la sinistra con l’ex presidente Bonaccini è corsa a genuflettersi alla rielezione della baronessa Ursula von der Leyen (quella dei vaccini, dell’auto elettrica, dei circoli elitari guerrafondai), la destra pseudo sovranista non intende mettere in discussione la moneta artificiale euro che impedisce una vera politica economica nazionale, e di conseguenza anche una politica economica regionale indipendente”.
Tutte considerazioni che hanno portato il Comitato Verso Italexit a decidere che non appoggerà nessuno dei due candidati alla presidenza della Regione e proseguirà nella sua “missione di diffusione della conoscenza e della consapevolezza civica soprattutto economica delle dinamiche perverse sottese all’euro e alle istituzioni che ce lo hanno imposto”. “Auspichiamo infine – concludono – una ripresa di autorevolezza e di indipendenza della politica che non può essere mezzo per la carriera personale dei politici a danno dei cittadini, mantenuti nell’ignoranza da un maistream vergognosamente asservito alle oligarchie finanziarie mondiali di cui siamo tutti vittime più o meno inconsapevoli”.
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