A scrivere è “una mamma molto arrabbiata”, Serena Malorni, per la “situazione incredibile alla scuola di Fondoreno”. Lei, “genitori e bambini aspettano delle risposte certe” dal Comune di Ferrara visto il proseguire dei lavori per la nuova mensa che stanno causando disagi e non sembrano vicini alla conclusione nonostante l’inizio dell’anno scolastico sia previsto per il 16 settembre.
“La nostra scuola – spiega – è una piccola realtà di periferia, tuttavia è tra le più ambite e oseremmo dire meglio organizzate del comune: per la struttura organizzativa interna in sé, per la possibilità di iscrivere i bambini al tempo pieno, e soprattutto perché, grazie all’organizzazione volontaria da parte dei genitori, da ben quarantacinque anni esiste una mensa interna gestita in piena autonomia da un comitato”.
Un sistema che “permette ai bambini di avere pasti preparati in prima persona dalle nostre cuoche, con una attenzione all’elaborazione del cibo e alle esigenze dei singoli senza pari alcuno rispetto alle società di ristorazione collettiva”.
Lo scorso novembre però “il comune ha deciso di iniziare i lavori di costruzione della nuova mensa” e “né la scuola, né noi genitori, né il personale sono stati messi al corrente del progetto per essere informati su tempi e fattibilità”. Allo stesso tempo, dice, “non è stata organizzata preventivamente neppure una tavola rotonda per poter dire la nostra anzitempo”.
“Soltanto a cose fatte – scrive – si sono palesate figure comunali (in data 12/02/2024 alla presenza dell’ex assessore Kusiak, del Dott. Bastia e di dire tecnici del comune) sia dell’organico politico che di quello tecnico/amministrativo, che con evidente imbarazzo e impreparazione hanno presentato i lavori in maniera abbozzata e insufficiente, risultando addirittura in palese difficoltà a rispondere alle domande degli astanti”.
È stato in quella sede che “sono state promesse molte migliorie” anche se, scrive, “la realtà è ben diversa”. Si sarebbe infatti passati “da due forni per la cottura” a uno per la realizzazione di “quasi 100 pasti, con bambini celiaci e intolleranti che necessitano senza incertezze di supporti di cottura dedicati, qualcuno ci dica come affrontare questa situazione”.
Le problematiche tecniche non si fremerebbero qui perché non ci sarà più “il bollitore per accelerare i tempi di preparazione dei cibi, dovendo occupare i fuochi presenti per portare in temperatura l’acqua”, e “la cucina avrà una metratura notevolmente ridotta, impedendo il corretto svolgimento delle attività e addirittura mettendo a rischio l’incolumità del personale che si troverà a lavorare in ambienti piccoli e disagiati”.
Per la costruzione della nuova mensa il giardino sarà “ridotto almeno della metà dell’area iniziale”. Infine la mensa “non sarà pronta prima della fine di novembre (segnatamente, sui cartelli lavori, dicembre)”.
“Quando abbiamo chiesto come affronteremo il nuovo anno – scrive Serena Malorni – la Residenza Municipale non ha fornito soluzioni” mentre una “fredda risposta” sarebbe stata fornita: “Rivolgetevi ad un catering esterno”. Una cosa peraltro già prevista dai genitori, “peccato che si debba ingaggiare il catering completamente a spese nostre o meglio pesando sulle tasche dei genitori contribuenti quando il disagio è opera dei lavori messi in atto”. Viene anche precisato che alle spese vive i genitori dovranno farsi carico “del costo dell’assicurazione, dell’Rspp, del mantenimento del contratto per le cuoche, delle merende”.
Insomma, organizzare i lavori “peggio di così non si poteva” e, secondo la scrivente, “si è messa in ginocchio l’organizzazione scolastica e tanto più del personale della mensa che vive del lavoro che svolge all’interno dell’edificio scolastico”.
“Il comune – continua -, seppur informato e dopo aver ricevuto i nostri pareri, le nostre critiche e ascoltato i nostri dubbi, non è stato abbastanza previdente da pensare a tutto questo. Le rimostranze fatte alla riunione di cui alla data più sopra sono cadute nel vuoto”.
“Infine la grande incognita” del cantiere ancora aperto e all’apparenza lontano dalla chiusura. “Signori siamo al 10 settembre! In che condizioni troveranno la scuola i nostri figli lunedì 16 settembre? Siamo certi che suonerà la campanella regolarmente?”
“È gravissimo – conclude – che il comune, e aggiungiamo pure l’autorità scolastica, non si interessino dello stato di avanzamento dei lavori; non si preoccupino di interagire con le famiglie, ma si neghino spesso nascondendosi dietro ad un velo fatto di incertezze e contraddizioni che rischia di sopraffare la buona volontà di tutti noi”.
(in foto l’incontro citato del 12 febbraio 2024)
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