Dossena, nel dopo partita di Spal – Lucchese, è “deluso”, un po’ come tutto il popolo biancoazzurro dopo la partita persa 3 a 2, ma non vede “l’ora di portare gioia ai tifosi” e che in campo “succeda esattamente l’opposto” di ciò che è accaduto oggi.
“Disarmante quello che è successo”, dice il mister facendo notare che “è più facile reagire quando non hai nulla da perdere ma se dobbiamo prendere tre sberle tutte le volte per reagire è frustrante”. Pala sinceramente ai giornalisti “come ai ragazzi, dobbiamo reagire, è nei momenti difficili si vedono gli uomini di carattere, se tutto fosse semplice non ci sarebbe neanche il gusto della vittoria”.
È mancato il “fuoco dentro, non puoi accenderlo a tratti”, è qualcosa che “trovi durante la settimana” e “la partita è solo la somma di quello che hai fatto in settimana”. “Dobbiamo migliorare – dice il mister -, così non va. Dobbiamo uscirne tutti insieme”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Mirko Antenucci, autore di una quasi doppietta nel giorno del suo quarantesimo compleanno, ma avrebbe “preferito fare qualche punto”. “Negli occhi dei ragazzi c’era la voglia di fare una grande partita. Devi partire dalla reazione della squadra e correggere quegli errori che ti fanno andare sempre in svantaggio. Dobbiamo iniziare a fare dei punto, non ce la raccontiamo. La soluzione è lavorare come stiamo facendo, stiamo lavorando molto bene. Sono convinto che questa squadra ne uscirà”.
Oltre all’aspetto mentale la squadra deve anche migliorare dal punto di vista tecnico e soprattutto tattico. Pare aver ben assimilato il modo di giocare dell’allenatore, soprattuto in fase di possesso ma “c’è un momento che sono martello e uno che sono incudine, noi sembra che vogliamo sempre essere martello, quando gli altri ci attaccano dobbiamo essere più concentrati”. Vuole una squadra che si specchi meno su sé stessa e che sia in grado di difendere quando serve oltre che di fraseggiare nel cercare di costruire trame offensive.
Ora serve lavorare “prima di tutto sul non prendere goal” ma anche “sullo stare più coperti e stimolare meno il gioco dell’avversario sul pressing alto”. “Abbiamo fatto una squadra per fare un altro tipo di gioco” ma “prima di tutto vanno aiutati i ragazzi poi fare quello che ho in testa”. Insomma, “prima la vittoria poi la prestazione”.
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