di Camilla Mondini
Cento. Ieri (mercoledì 4 settembre) il senatore Alberto Balboni si è recato a Cento, presso la sede di Fratelli d’Italia, per mostrare solidarietà alla consigliera Caldarone per gli insulti e le minacce ricevuti sui social. Al tavolo presente anche il consigliere comunale di FdI Alessandro Guaraldi.
Non è solo il clima di odio verso Caldarone a essere stato portato all’attenzione, ma anche la perseveranza da parte del sindaco a non rispondere alle varie interrogazioni comunali da parte dell’opposizione.
Una piccola folla quella che si è riunita dentro la sede di FdI, un malcontento che sembra generalizzato visto che a pochi minuti dall’inizio della conferenza i cittadini centesi sono intervenuti per lamentare la mancanza di acqua in via De Gasperi. “Siamo stati tre giorni senz’acqua – esordisce un cittadino – se la strada è privata come dice il sindaco allora ci spieghi perché paghiamo le concessioni sul suolo pubblico”. Ed è proprio un atto del 2014 firmato da Piero Lodi, in possesso della Caldarone, che attesta la strada come privata ad uso pubblico.
A mancare sono anche le risposte sul caso del Teatro, dato che la consigliera di FdI ha rivolto 12 domande al sindaco sei mesi fa senza ottenere risposta: “Il Comune ha deciso di rescindere il contratto dalla ditta incaricata dei lavori senza chiedere un’opinione all’opposizione – spiega Caldarone – ma non solo, la stessa ha dichiarato che avrebbe fatto ricorso in Tribunale, allora vorrei sapere: la decisione di rescindere dal contratto è stata presa prima o dopo? Ho richiesto un Consiglio comunale straordinario, portando le firme che da regolamento erano necessarie, ma mi è stata negata la possibilità di dibattito”.
“Bevi della candeggina stasera, fai un favore a tanti”, “Sei una poveretta”, “Sei nata già un po’ ritardata” sono solo alcuni dei commenti sui social rivolti a Caldarone. Uno in particolare desta indignazione “Ho letto un commento che riporta frasi inaccettabili per la dignità di ogni donna. – sottolinea il senatore Alberto Balboni – È vergognoso il silenzio della sinistra davanti a frasi come ‘repressa sessualmente’ o ‘devi trovare un giusto manico’. Se gli stessi insulti deplorevoli fossero stati rivolti a una donna di sinistra ci sarebbero già i cortei delle femministe. Si tratta di un precedente pericoloso, qual è il messaggio che vogliamo far passare? Che se il bersaglio è una donna di destra allora si può fare? Chiedo di prendere una posizione netta rispetto a questo e mi aspetto la solidarietà da parte di tutti”.
“Hanno preso di mira anche le mie figlie e la mia famiglia – continua Caldarone – mi considero una donna forte, ma inevitabilmente questi commenti mi feriscono. In Consiglio comunale mi deridono e mi chiamano ‘quella là’, vorrei dire all’opposizione che ho un nome, mi chiamo Francesca, e che ho una dignità. Alcuni commenti mi hanno ferita ma non hanno fermato la mia voglia di impegnarmi in politica, che è scontro diretto senza personalismi, e per il bene di questa città, che hanno svuotato nel cuore e nell’anima”.
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