Lettere al Direttore
5 Settembre 2024

Un ricordo del cortile alberato del condominio Garibaldi

di Redazione | 3 min

Leggi anche

Per Paolo, il pilastro del Cpia

Se ne è andato dopo un anno di sofferenza il caro collega Paolo Orlandi, colonna portante dei collaboratori scolastici del Cpia, quella strana scuola per adulti che ancora pochi conoscono. Tutti noi colleghe e colleghi non possiamo scordare il grido imperante che...

Sul concerto di De André

Convinto da un amico, nella serata del 10 luglio ho assistito in p.zza Ariostea al concerto di Cristiano De André. Devo dire la verità non ero molto felice della scelta, sicurissimo di trovarmi ad assistere alla solita serata cover. Inizio concerto 21,30,alle 21,40...

Slipknot e bestemmie

Pensavo di non intervenire sull'ormai nota vicenda della bestemmia "partita" in piazza Ariostea durante il concerto degli Slipknot. In fondo - pensavo -  un'espressione volgare, anche se blasfema, con il caldo e lo stress potrebbe anche scappare e non costituirebbe...

Nozze d’argento per Betta e Mauri

Elisabetta Tesei, parrucchiera di San Biagio, e Maurizio Bruni, responsabile verde di Soelia nel Comune di Argenta, festeggiano 25 anni di matrimonio. Tanti auguri per il Vostro venticinquesimo anniversario di matrimonio cari Betta e Mauri dalla Vostra famiglia, da...

È giusto intitolare una materna a chi ha commesso uno stupro?

Leggendo un articolo di cronaca ho appreso che esiste a Ferrara una scuola materna intitolata a Pablo Neruda, poeta celebrato nel mondo ma contestato nel suo paese, soprattutto dalle femministe cilene. Perché? Perché il grande poeta fu protagonista di uno stupro ai...

Noi Orsatti siamo arrivati nel 1959.

Io avrei compiuto di lì a poco tre anni, mia sorella due. Un appartamento grande, per una famiglia di cinque persone che veniva da una soffitta di Via Ugo Bassi, ma soprattutto luminoso con un balcone su Corso Isonzo e un terrazzo affacciato su un cortile interno.

Il condominio Garibaldi forma con i palazzi contigui un quadrilatero irregolare attorno a quel grande cortile, allora senza recinzioni e pieno di alberi: robinie, di cui alcune sopravvissute fino a poco tempo fa con tronchi rugosi e contorti e dai profumatissimi fiori bianchi a grappolo, e pioppi i cui piumini riempivano l’aria di maggio come i voli delle rondini e dei pipistrelli sul far della sera in estate. Come le grida delle madri dai terrazzi che chiamavano a raccolta i figli, una nutrita banda di bambini e ragazzini scatenati che organizzavano giochi poveri, giochi di una volta, a nascondino, con la palla, la corda per saltare, le piste per i tappi di bottiglia e le palline con i volti dei ciclisti e che finivano con lo scorticarsi i ginocchi e i gomiti con cadute rovinose in bici facendo cross in quella che chiamavamo “la palude”, il pezzo di cortile più misterioso e sconnesso, fitto di alberi e irto di rosai selvatici che ci lasciavano in ricordo graffi e strappi di vestiti. E poi ci si riposava stesi sull’erba, all’ombra ristoratrice di una vera e propria cupola verde.

Sono ancora vivi i ricordi dei tours nelle cantine alla ricerca di fantasmi, organizzati da Andrea Musi, il giornalista scomparso nel 2022 allora nostro leader, le urla dei condomini del piano terra perché facevamo effettivamente un chiasso del diavolo e “che andassimo a giocare ognuno davanti a casa sua”. Come se fosse possibile contenere un sacco di pulci… Anche perché i più scalmanati tra i maschi si divertivano a frenare con le bici sollevando nugoli di polvere tra i crocchi delle donne di casa che, ciascuna con la sua seggiola, facevano chiacchere e lavoravano chi a maglia e chi all’uncinetto.

Il nostro mondo cominciava e finiva lì. E non c’era alcun altro posto in cui volessimo andare. Avevamo anche una fontanella per dissetarci, nessuna automobile a impedirci di giocare perché erano le bici di grandi e piccoli a farla da padrone e pure una cappelletta con l’immagine della Madonna, davanti alla quale in maggio si diceva il rosario.

E, saliti per la cena i figli recalcitranti, scendeva sul cortile un meraviglioso silenzio.

La nostra famiglia nel frattempo era cresciuta di altri due figli. Il più piccolo, ora ultra cinquantenne, a sette anni piantò proprio di fronte al nostro terrazzo un bagolaro. Ora è un albero maestoso, sano e dritto come un fuso. Un superbo guardiano, che vigila sulle vestigia di un tempo che non c’è più ma che vive negli anziani che siedono sotto gli sparuti alberi rimasti al di fuori dell’area recintata, con divieto di accesso, dal privato che l’ha comperata da ACER e che potrebbe trasformarla in parcheggio.

Ma perché, perché questo scempio? Perché stravolgere con una vendita un cortile che si può definire storico? C’è una risposta sensata, e non dovuta a mero interesse, a questo?

Noi, il bosco in città, ce l’avevamo già da un pezzo…

I fratelli Orsatti

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com