Amsef, approvata la vendita
Approvato l’avvio del percorso di vendita di Amsef e respinta la richiesta di sospensione fino al 31 gennaio, avanzata da Fabio Anselmo
Approvato l’avvio del percorso di vendita di Amsef e respinta la richiesta di sospensione fino al 31 gennaio, avanzata da Fabio Anselmo
In quegli anni a Ferrara permisero di sfogare abbastanza il mio liberalismo: tagliammo la spesa corrente, riducemmo le tasse, abbattemmo il debito pubblico, vendemmo la quota di azioni Hera non vincolate dal Patto di sindacato
Una lettera pubblicata da Estense.com solleva interrogativi che meritano una risposta sui processi che regolano il lavoro pubblico, in particolare nel settore educativo del Comune di Ferrara
Sabato 20, dalle ore 15 alle ore 17:30, Fratelli d’Italia organizza un banchetto per raccogliere le istanze della cittadinanza in piazza Trento Trieste
"Per rimpinguare le casse del Comune di Ferrara cominciano a vendere i gioielli di famiglia". Alfredo Valente, ex presidente di Amsef srl e assessore nella giunta Sateriale, entra a gamba tesa nel dibattito sulla dismissione della partecipata
di Ilaria Baraldi*
L’Italia è agli ultimi posti in Europa in termini di occupazione femminile. A partire dalla Presidente del Consiglio, tutti si riempiono la bocca con il tema della parità di genere. Eppure, quando capita un caso concreto che richiede tutto il sostegno possibile per salvaguardare il lavoro delle donne, la maggior parte dei politici sparisce nel nulla. E della prima donna a guida di un governo italiano ci facciamo poco, se le donne restano ferme nelle loro solite difficoltà.
Il caso La Perla, storica azienda bolognese di corsetteria che occupava – fino a pochi mesi fa – 300 dipendenti, di cui il 90% donne, è un caso emblematico.
Nel 2018 è stata acquistata da un fondo di investimento britannico, più per ragioni speculative che per obiettivi di crescita. A dicembre 2023 una parte dell’azienda è posta in liquidazione, un’altra in amministrazione straordinaria. Il 2024 sarebbe il settantesimo anniversario di una azienda manifatturiera di eccellenza, i cui prodotti hanno grande richiesta sul mercato, italiano ed estero, mentre le lavoratrici sono in cassa integrazione dopo essere rimasta senza stipendio per 6 mesi.
L’unico impegno messo fattivamente in campo per trovare una soluzione a favore delle lavoratrici e dei lavoratori è quello dell’Emilia Romagna, della Città Metropolitana Bolognese e del Comune di Bologna, con la speranza che anche il Governo, prima o poi, faccia la sua parte, prima che la sapienza di tutte le lavoratrici de La Perla vada perduta, con i loro posti di lavoro.
Il vero made in Italy sta nell’abilità delle loro mani, non nel fantomatico Ministero di Adolfo Urso.
In attesa di una soluzione, le dipendenti e sindacaliste de La Perla, con una forza straordinaria, hanno iniziato a far sentire la loro voce in tante sedi –in modo pacifico ma determinato. Hanno creato il marchio “Unicheunite” e si sono inventate prodotti di qualità che vendono per autofinanziarsi e per raccontare la loro battaglia. Una modalità femminile, forte e originale, che portano avanti tutte insieme, perché nessuna di loro resti indietro. Non è retorica rosa: senza il lavoro delle mani dell’una, non ci sarà posto per il lavoro delle mani dell’altra.
Sono state con noi alla Festa dell’Unità di Pontelagoscuro in occasione della visita della segretaria Elly Schlein (tra le poche a seguirne costantemente gli sviluppi nda), con i loro prodotti: una piccola grande collezione di t-shirt in cotone bio con un motivo decorativo, applicato a mano, che rappresenta lo spirito solidale e collaborativo di questa iniziativa.
Un grazie a tutte le persone presenti alla festa di Pontelagoscuro che, con un piccolo gesto, hanno dimostrato il loro spirito di solidarietà.
È una vicenda che non va dimenticata anche se non riguarda direttamente il nostro territorio, perché tutto si tiene, e che auspichiamo raccolga il sostegno di tante e tanti.
*portavoce della conferenza delle Donne democratiche di Ferrara
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