La situazione oggi
Gli stranieri in Italia sono sottoposti ad una legislazione speciale la cui applicazione, anche discrezionale, produce discriminazioni. Per intenderci, non si capisce perché infermieri, ingegneri, docenti universitari possano entrare facilmente in Italia, mentre operai, braccianti, muratori, badanti siano sottoposti al decreto flussi, ovvero un sistema che non presuppone di fatto l’incontro, la conoscenza diretta tra datori e lavoratori ma la chiamata, online, entro un contingente numerico chiuso e insufficiente a coprire le necessità di manodopera. Per questo la maggior parte dei lavoratori stranieri di basso livello è arrivata tramite i barconi o la rotta balcanica, ovvero illegalmente. Sono coloro che hanno ottenuto, dopo anni di attesa, un permesso per protezione speciale, perché provenienti da Paesi insicuri o condizioni di vita impossibili. Tra questi, coloro che fortunatamente hanno vinto la lotteria italiana dei permessi, e che hanno ottenuto quindi un permesso di soggiorno per lavoro, devono comunque rinnovarlo periodicamente (normalmente dura un anno) per restare in Italia regolarmente, senza rischiare l’espulsione. Devono, dunque, inoltrare la richiesta alla Questura del territorio dove vivono inviando un kit postale contenente la documentazione prevista. La legge prevede che chi invia il kit paghi una somma che va dai 120 ai 180 euro a persona prima ancora di avere i documenti, e già questo per molte famiglie è un problema.
La stessa legge prevede che il documento venga rilasciato in tempi brevi (20 giorni), ma oggi l’attesa è arrivata ad oltre un anno, periodo in cui la persona attende di vedersi riconosciuti i diritti connessi alla titolarità di un permesso che consente di viaggiare, lavorare, avere il medico, studiare, ottenere la patente, ecc.
Il problema che è esploso negli ultimi mesi, travolgendo la vita di migliaia di famiglie (molte anche nella nostra provincia), in seguito all’approvazione del Decreto Cutro, è che oggi il permesso per protezione speciale non può essere convertito in permesso di lavoro se la protezione non è stata ottenuta prima del 5.5.2023. Si tratta di lavoratori, spesso a tempo indeterminato, che rischiano di essere licenziati (o lo sono già stati) perché divenuti irregolari.
Le nostre proposte
Nonostante la mobilitazione dei diretti interessati, sostenuta a Ferrara fondamentalmente dall’Associazione Cittadini del mondo e dalla CGIL, e gli impegni assunti dalla Questura, la situazione non è sostanzialmente migliorata. Perché questo accada sarebbe innanzitutto necessario cambiare la normativa nazionale in vigore, laddove produce illegalità e discriminazioni, ma nel frattempo è possibile, a livello territoriale, agevolare il rilascio dei documenti attraverso un sistema organizzato e strutturato che preveda la costruzione di una rete tramite accordi tra questura, sindacati, patronati e soggetti che si occupano di rilascio e rinnovo dei documenti di soggiorno, anche per contrastare il rinnovo dei documenti effettuato dai datori di lavoro, che possono tenere sotto ricatto i lavoratori, e il mercato nero dei rinnovi. Occorre, inoltre, la formazione del personale a contatto con l’utenza straniera sul fronte interculturale, linguistico e normativo; l’impiego di addetti presso la questura attraverso l’attivazione di tirocini in collaborazione con l’università, in attesa di aumentare il personale organico; l’impiego di mediatori culturali. Sarebbe necessario, infine, incentivare la collaborazione tra tutti i soggetti del territorio a contatto con i cittadini stranieri partendo dal Consiglio territoriale per l’immigrazione che dovrebbe riunirsi ogni volta che lo si ritenga necessario (e non solo una volta all’anno) per affrontare le diverse problematiche coinvolgendo anche il terzo settore e il mondo del volontariato; stabilire accordi e protocolli con i sindacati che lavorano per combattere il caporalato, lo sfruttamento e la schiavitù in campo lavorativo e che si occupano di tutela dei diritti di cittadinanza. Su questo chiediamo che le istituzioni locali, a tutti i livelli, si attivino con urgenza per risolvere un problema che, oltre a negare ad una parte della nostra comunità il godimento dei diritti umani fondamentali, costringe migliaia di persone nell’illegalità, contribuendo ad alimentare i circuiti criminali e a minacciare la sicurezza collettiva.
Alleanza Verdi – Sinistra Ferrara
Possibile Ferrara
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