Economia e Lavoro
3 Settembre 2024
Intervento di Mauro Santi, segretario generale della Flc-Cgil Ferrara: "Anche quest’anno la scuola italiana avrà un quarto degli addetti precario"

Scuole. I precari e la fame di lavoro del Ferrarese

di Redazione | 2 min

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di Mauro Santi*

Si legge in giro che oggi (ieri lunedì 2 settembre, ndr) riaprono le scuole, ovviamente è un modo di dire perché rientreranno il 16, i docenti si ripresentano per il primo collegio questa settimana e le segreterie non hanno mai chiuso, anche durante questo agosto bollente.

La metà delle scuole ferraresi iniziano l’anno scolastico senza la presenza di un Dsga, che è il responsabile di tutta la macchina amministrativa. Questa assenza pesa moltissimo perché gli istituti scolastici con il solo dirigente non possono garantire tutte le procedure propedeutiche all’avvio dell’anno scolastico. Ovviamente al primo collegio, che è l’organo decisionale per la didattica dell’istituto, mancano all’appello tutti i precari che siederanno in cattedra per tutto l’anno scolastico (circa 350 o 400 secondo i nostri calcoli) che non sono ancora stati nominati, così come mancherà il personale precario di segreteria, tecnico e collaboratore scolastico, gli Ata (altri 350 o 400 lavoratori).

Sono certo che i lavoratori degli Uffici Scolastici e delle segreterie non hanno segni di abbronzatura, visto che hanno trascorso l’estate per produrre le graduatorie dei docenti e degli Ata precari che più del solito sono state particolarmente corpose, complice la fame di lavoro che si registra a Ferrara, ma anche nel resto della penisola. Purtroppo registriamo anche una riduzione degli organici del personale Ata quindi questo avvio di anno scolastico, probabilmente il peggiore da molti anni a questa parte, era molto facilmente prevedibile.

Anche quest’anno la scuola italiana avrà un quarto degli addetti precario, si calcola 250.000, e il Ministro invece di mettere in ruolo i vincitori di concorso, ne bandisce altri, e, per distratte l’opinione pubblica dai disinvestimenti che si fanno sull’istruzione, ci propina le sue idee sulla centralità della persona, che però deve essere funzionale alle richieste ed esigenze del mondo produttivo, quindi mi sorge spontanea la domanda: stiamo parlando della centralità della persona o dell’impresa?

A questo mi sembra corretto aggiungere che mentre cresce il costo della tazzina del caffè non cresce affatto lo stipendio dei lavoratori della scuola, a quanto pare i meno retribuiti d’Europa, ma certamente in linea con quelli degli altri lavoratori italiani, il dato Istat è chiaro: siamo tra quelli con gli stipendi più bassi d’Europa con un potere d’acquisto in caduta libera, una vera emergenza salariale che nei precari della scuola registra uno dei suoi apici.

*segretario generale Flc-Cgil Ferrara

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