di Danny Farinelli*
Quest’estate, la discussione politica nazionale ha riportato al centro dell’attenzione un tema cruciale per qualsiasi società civile: i criteri di assegnazione della cittadinanza. In Italia, questa materia è regolata dalla Legge n. 91 del 1992. Da anni si dibatte su quali debbano essere i criteri per concedere la cittadinanza a chi non la possiede: si parla di Ius Soli, Ius Culturae e, più recentemente, di Ius Scholae.
Essere cittadino di un Paese significa avere diritti e doveri, e per questo è giusto definire chiaramente i criteri per l’ottenimento della cittadinanza. Tuttavia, se ci fermiamo a riflettere, la cittadinanza è un concetto piuttosto astratto. Ho cercato, con una certa difficoltà, di spiegare a mia figlia di sette anni cosa significhi essere cittadino di uno Stato. Quando poi ho provato a dirle che alcuni suoi compagni di classe non sono cittadini italiani, la situazione è diventata ancora più complessa: per un bambino, infatti, le differenze sono meno evidenti e concetti così astratti risultano difficili da comprendere.
Ma proprio di questi bambini e ragazzi stiamo parlando oggi: sono quelli che studiano con i nostri figli, che ascoltano la stessa musica, che giocano insieme e frequentano le nostre case. Bambini che, in alcuni casi, parlano persino il dialetto locale, imparato dai nonni nei parchi. Sono o non sono italiani questi ragazzi? E cosa li rende tali? È forse il fatto di essere nati da genitori italiani, oppure l’essere cresciuti nelle nostre scuole e integrati nella nostra società?
Personalmente, credo che ciò che rende una persona italiana sia proprio la conoscenza della nostra cultura e l’integrazione nella nostra società. Questi valori si acquisiscono attraverso lo studio.
Per questo motivo, Azione, dopo aver constatato che in Parlamento c’è un’ampia convergenza sul tema dello Ius Scholae, ha presentato un emendamento per modificare la Legge n. 91 del 1992 e rendere effettivo lo Ius Scholae. Se questo non dovesse accadere, significherebbe che qualche forza politica ha cinicamente strumentalizzato la vita di queste persone per raccogliere qualche voto. Spero sinceramente che ciò non accada e che la classe politica inizi a dare risposte concrete alle persone.
*Segretario Provinciale Azione Ferrara
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