Politica
29 Agosto 2024
Staffetta tra l'ex presidente e l'attuale candidato alla Festa dell'Unità del Pd a Pontelagoscuro: "Non ho l’arroganza di dire che abbiamo fatto una scelta giusta con la mia candidatura ma dovremo dimostrarlo giorno dopo giorno"

Bonaccini a de Pascale: “Non solo sarà un grande presidente ma farà meglio di me”

(Foto di Riccardo Giori)
di Pietro Perelli | 4 min

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La Festa dell’Unità a Pontelagoscuro apre con due pezzi da novanta, l’ex presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e il candidato a sostituirlo Michele de Pascale salgono sul palco accompagnati dalle bambine e dai bambini che, come tutti gli anni, giocano in piazza Bruno Buozzi sfrecciando tra i volontari che servono i pasti e si fanno in quattro perché le serate riescano al meglio. Non a caso le prime parole di chi si alterna sul palco sono anche per loro: i militanti e i bambini.

I temi sul piatto li abbiamo sentiti in diverse occasioni: la sanità, l’economia ma anche l’integrazione e la lotta ai cambiamenti climatici. Sono declinati dai due in base alle rispettive esperienza passate, in atto e future con l’ex presidente della regione convinto che “Michele de Pascale non solo sarà un grande presidente ma farà meglio di me”. Un endorsement importante che l’attuale candidato vuole guadagnarsi con il lavoro quotidiano. “Io – afferma – non ho l’arroganza di dire che abbiamo fatto una scelta giusta con la mia candidatura ma dovremo dimostrarlo giorno dopo giorno”.

“Partiamo da un fatto – dice de Pascale – che i nostri avversari negano ma sanno benissimo: l’Emilia Romagna è una delle regioni meglio governate d’Europa”. Questo però non basta perché “non è una terra che si guarda allo specchio e si compiace” così a “un cittadino che aspetta 10 ore al Pronto Soccorso noi non gli diremo che la media nazionale è tre ore in più. Noi davanti a un problema non dormiamo la notte e metteremo tutta l’energia per salvare il Sistema sanitario nazionale e lo vogliamo fare anche davanti al peggior governo”.

Non le manda a dire al governo Meloni ma non tralascia l’autocritica. “Se si vuole essere critici bisogna essere anche autocritici” ammettendo che “negli ultimi decenni il Sistema sanitario nazionale non è mai stato finanziato adeguatamente e anche da governi con colori politici a noi vicini”.

Poco fa de Pascale ricorda di essere stato anche a Bondeno dove ha visitato il Cavo Napoleonico che è stato importante per salvare il centro di Ravenna dall’alluvione drenando a ritroso le acque dal Cer (Canale Emiliano-Romagnolo) verso il Po. Una sfida difficile quella che ha dovuto affrontare lo scorso anno e che va anticipata anche per evitare che un territorio come quello di Ferrara, con un rischio alluvionale ancora maggiore di quelli di Ravenna, si trovi in quelle stesse situazioni. Ma la sfida più difficile è stata quella di avere a che fare con un Governo che, secondo il candidato, ha cercato “di trarre vantaggio politico” da quella situazione invece di lavorare per risolverla. “Io mi sarei aspettato di essere convocato a Palazzo Chigio ogni settimana, come fatto in Regione, per discutere e cercare soluzioni”.

Soluzioni che sono invece state messe in campo dall’Europa con i 378 milioni stanziati. Una promessa che Von der Leyen aveva fatto quando era venuta in visita con la premier che aveva detto, ricorda Bonaccini, “di voler rimborsare al 100% gli alluvionati”, una promessa “non sta mantenendo” e per la quale, l’ex presidente si rivolge direttamente al Governo, “dovete vergognarvi”.

L’eurodeputato ricorda in successi sulle esportazione, 19.200 euro a persona nel 2023, ma anche le difficoltà dei suoi dieci anni di governo: il terremoto, la pandemia e infine l’alluvione. Difficoltà dalle quali “siamo usciti più forti” anche perché “è una fortuna guidare l’Emilia Romagna: quando qualcuno cade un emiliano-romagnolo non inizia a correre ma si gira e tende la mano”.

L’Italia che sogna Bonaccini, che ha voluto costruire anche attraverso il lavoro in regione e ora in Europa, la descrive raccontando la foto della Nazionale di Pallavolo Femminile campione olimpica guidata da Julio Velasco. “Italiane figlie di russi, tedeschi, ivoriani, nigeriani e italiani guidati da un allenatore figlio di un peruviano e un’argentina. Questa è l’Italia di oggi”.

Un’Italia che deve lavorare per “un’Europa che non deve essere unita solo dalla moneta”. Come da anni sostiene Romano Prodi l’ex presidente della Regione parla di un’Unione nella quale si vada a eliminare il diritto di veto, si abbia una politica estera comune e anche un esercito comune. Un’Europa che “dobbiamo cambiare perché altrimenti tra cinque anni rischiamo che vinca la destra”. Bonaccini parla di “un rischio che abbiamo sventato” in questa tornata elettorale con “alla guida ora forze europeiste”.

Ora l’obiettivo è quello di “migliorarla” per poter affrontare le sfide con i colossi Usa, Cina e India. “Dove andremmo da soli come Italia?”

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